Di fronte alla crisi e alla stretta sugli enti locali, ogni possibile aumento delle tasse crea forti malumori. E non solo tra i cittadini. Perché se è ovvia e condivisibile la rabbia del contribuente - operaio, precario, disoccupato o pensionato che sia - non sempre è compreso il senso di impotenza degli amministratori locali, schiacciati tra due giuste ragioni. Da una parte il rigore del governo, che spesso si traduce in nuovi tributi per i cittadini; dall'altra le enormi difficoltà di questi ultimi nel tenere il passo ad una pressione fiscale troppo alta. Nel bel mezzo ci sono i Comuni, le Province e le Regioni che devono trovare risposte e soluzioni. C'è però un principio dal quale partire per non farsi schiacciare e non smarrire la strada: difendere il territorio che si amministra e i suoi abitanti.
Con questa filosofia, ovvero difendere Bologna, il sindaco Merola ha deciso di rimandare la stesura di un bilancio stremato da un buco di 20 milioni (tra i costi della neve e l'Imu sugli immobili comunali) e di andare in esercizio provvisorio fino a giugno. Nella morsa tra il rigore del governo e le difficoltà dei cittadini, il Comune di Bologna ha deciso di evitare di prendere misure drastiche con la fretta, ma di muoversi per ottenere fondi da Roma. La speranza è l'emendamento al decreto di semplificazione fiscale, in questi giorni al Senato, che potrebbe alleggerire i conti di Palazzo D'Accursio di 12 milioni di euro. Soldi che non andrebbero più a pesare sui bilanci delle famiglie bolognesi. Bisogna governare, è vero; ma di fronte alle ingiustizie bisogna saper lottare. È giusta, ad esempio, la battaglia contro l'Imu sugli immobili comunali: la metà è relativa all'edilizia residenziale pubblica e il Comune sarebbe quindi costretto a pagare la vecchia Ici sulle sue case popolari.
Difendere la propria città significa anche non permettere che i diritti acquisiti vengano a mancare. E non ci deve essere alcun clamore se un sindaco, per seguire questo sano principio, segnala le sue difficoltà, appellandosi affinché il governo affronti le questioni più delicate e mantenga le sue promesse. Questo non significa fare opposizione al governo Monti.
Maurizio Cevenini