Eravamo 4 amici al bar…che volevano cambiare il mondo
Data: Domenica, 23 agosto alle 23:12:07
Argomento: Tribuna


Ormai da vent’anni trascorro, salvo brevissime puntate marine, il mese di agosto a Bologna per godermi la dimensione di una città, che tutti vorremmo incontrare durante l’anno. Tutto un po’ più lento e ampie possibilità di dialogo. Tra le attività che impegnano uomini di mezza età, in questo periodo,  entra a pieno titolo il riordino delle carte confuse e dimenticate in mezzo a foto lontane.

 Nell’agosto di dieci anni fa, a fare ordine non c’erano ancora i computer di uso quotidiano e domestico, siti face book, ecc. La documentazione cartacea continuava ad avere un peso rilevante, in mezzo a questa una serie di appunti dell’agosto 1999. Parlavo dopo la delusione della sconfitta del mio futuro ritiro dalla politica, io parte dei superstiti di un gruppo consiliare crollato da 23 a 10 membri. Non mollai, non mollammo, superando le critiche e lo scetticismo mettemmo assieme una seria opposizione che creò i presupposti per sconfiggere Guazzaloca Nel gennaio 2003 scrivevo….

“Nel ripartire con gli articoli di questa rubrica un pensiero va a Giorgio Gaber, poeta malinconico di una generazione che ha perso. Ci ha lasciato con le sue intuizioni, con le storie d’amore, con le anticipazioni della crisi della sinistra. E il primo augurio che faccio, che mi faccio, è che quest’anno possa vedere la rinascita di una sinistra dei valori; che sappia parlare al cuore dei giovani, dando qualche speranza per il futuro di un mondo che non vuole morire travolto dal suo disordinato progresso. Una sinistra diversa, lontana da quella acritica che spinse la nostra generazione, che sappia riconoscere il valore della competizione, senza abbandonare la sensibilità per i più deboli. Una sinistra unita, forte della consapevolezza che l’avversario è sull’altro fronte, che comunque non è un nemico da demonizzare, e che l’arroganza aristocratica deve essere retaggio del passato. Una sinistra che si metta in gioco, usando il linguaggio e i luoghi di confronto dove si trova e vive la gente nella sua quotidianità. Sarà un anno di grandi scelte….”

Fu così e non sapremo mai se anche senza il generale venuto da fuori a guidarci ce l’avremmo fatta. Poco importa se per l’applicazione rigorosa di una regola dei Ds il “compagno Cevenini” fece un passo indietro e non si candidò in comune, lo stesso fu per Flavio Delbono che proseguì l’avventura in Regione e Ivano Dionigi si dedicò a tempo pieno all’università.

Nella quiete di fine agosto lascio a te lettore una valutazione sulla qualità di quei reduci del ’99. Oggi Flavio Delbono è sindaco, Claudio Merighi (anche lui era con noi) vice, Ivano Dionigi a novembre sarà il nuovo rettore, chi scrive presidente del consiglio comunale. A volte dieci anni non passano invano.

Maurizio Cevenini







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