E’ sempre più probabile che per vedere il Bologna in TV si debba aspettare il ritorno in serie A. Il carrozzone che guida le sorti del primo sport italiano, privo di autorevolezza e capacità di trattativa, sta tutelando solo la prima serie di un movimento che avrebbe bisogno di sostegno ad ogni livello
. E’ una riflessione che ho fatto dopo aver assistito ad una partita dell’Atletico Van Goof ed aver affrontato, con i suoi dirigenti, il piccolo calvario settimanale che le squadre di categorie “minori” devono affrontare per far quadrare i conti e tener viva la passione di tanti ragazzi. Ho citato il Van Goof che quest’anno compie il decennale di fondazione, perché, molto prima del Cervia, ha vissuto la grande spinta mediatica di “quelli che il calcio…” condotto da Fazio: una squadra di dilettanti che in dieci anni raggiungerà la serie A, era lo slogan che fece effetto in tutta Italia. In fondo è il sogno di tutti quello di scalare le vette accettando sfide impossibili, ma il Chievo è forse l’ultima di queste realtà per la fortunata combinazione di aver trovato l’uomo che ha riempito di pandori il mondo. La piccola digressione mi è servita per dire che chiunque osservi complessivamente la situazione delle realtà calcistiche, a partire dalla dotazione tecnica dei campi, deve allarmarsi e sperare che la seconda generazione di coloro che, attraverso il volontariato, tengono in piedi squadre e società abbia la spinta per reggere ancora. Da qui i vivai che se ben organizzati permetterebbero, con il bacino di Bologna metropolitana, di costruire squadre a basso costo con ragazzi amanti della maglia della propria città. fantasie in libertà per colpa di questo giornale che esce in ritardo…
Dicevo all’inizio niente tv ma se il Bologna continua a vincere, verso primavera forse rivedremo l’apertura della curva San Luca. Ha certamente avuto ragione Cazzola a chiudere e razionalizzare l’organizzazione, si sta larghi lo stesso ma fa tristezza sentire ancora oggi il mio amico Gino, non giovanissimo come il suo nome, recriminare (i termini sono diversi) perché in curva Andrea Costa c’è fitto, troppo baccano… e poi lì aveva portato Maria che adesso non c’è più. Nostalgie che fanno parte della vita del nostro vecchio stadio, che con o senza Romilia, deve rivedere la serie A.
Bologna, 20 ottobre 2007 maurizio cevenini