Ci hanno dato un’altra bicicletta, forse l’ultima
Data: Venerdì, 19 ottobre alle 17:19:40
Argomento: Tribuna


Togliamo pure i furbetti di “striscia la notizia” e di qualche giornale ma il dato inconfutabile di domenica scorsa è che oltre tre milioni di persone hanno fatto il gesto più alto della democrazia mettendo anche le mani in tasca per il finanziamento ad un nuovo partito. Sono in corso in queste ore le analisi sulla distribuzione del voto,

sull’età dei votanti, sugli iscritti ai partiti ma la prova che si cercava sulla voglia di esprimersi contro l’antipolitica c’è stata. Confesso di aver provato qualche soddisfazione persino nel vedere la partecipazione del giorno prima di AN, al netto dei nostalgici da guardare con commiserazione, perché anche quella è stata voglia di espressione politica contro il qualunquismo. Ma pensando alla mia nuova casa, il PD, credo che i cittadini a due anni dall’investitura di Prodi abbiano voluto lanciare l’ennesimo messaggio, forse veramente l’ultimo.  Dalle urne esce la volontà di aggregazione, la spinta a fare anche sul fronte avverso la stessa operazione politica. L’Italia si deve rinnovare, fare le riforma senza il ricatto costante di piccole enclave che frenano l’azione di governo. il Partito Democratico nasce per sostenere e rafforzare il governo di Romano Prodi, non ci devono essere dubbi e fantasie su questo anche se è indispensabile uno scatto profondo nella sua azione a partire dal pacchetto di riforme istituzionale, depositato in commissione Affari costituzionali, che permetta di cambiare faccia al sistema politico nazionale. Passaggio difficile e delicato ma senza alternative e se qualche alleato frena va denunciato al Paese senza reticenze perché il PD deve caratterizzarsi anche come movimento politico che fa della chiarezza e trasparenza il primo elemento identitario.

Dal voto esce netta la leadership  di Veltroni che, dopo l’assemblea di fine ottobre diventerà operativa. Questa forza deve permettere in tempi rapidi, a livello nazionale e regionale, di definire i contorni dell’organizzazione del Partito e i temi centrali di un programma snello e realizzabile su sicurezza, ambiente, tasse, patto generazionale, non ultima la collocazione internazionale.

Una stagione nuova che non deve scandalizzare se affronta con un approccio originale la geografia politica superando l’ingessatura prodotto dallo schema del secolo scorso destra-sinistra; rafforzando il bipolarismo ma cercando, nel buon senso e ascoltando la voce dei cittadini, alleanze nuove nella soluzione dei problemi.

Gli italiani, o almeno una parte di essi, ci hanno consegnato un’altra bicicletta per pedalare meglio di quanto abbiamo fatto fino ad oggi.

Bologna 18 ottobre 2007                                                                Maurizio Cevenini





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