Maurizio Cevenini - Con Veltroni come avvenne con Prodi
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  Tribuna: Con Veltroni come avvenne con Prodi
Postato il Lunedì, 23 luglio alle 12:12:27 di
 
 
  Tribuna Si stanno definendo in questa calda estate le candidatura alla guida del partito Democratico. Da pochi giorni è entrata in campo Rosy Bindi dopo Furio Colombo. Il mio amico Arturo Parisi ha commentato il fatto con queste parole: “ La candidatura di Rosy rende meno forte la candidatura di Veltroni”.

 Tutti noi che crediamo nel progetto del partito Democratico dovremmo pensare che il leader deve partire con il consenso più vasto possibile, esattamente come avvenne due anni fa per Romano Prodi. Anche allora ci furono più candidature ma con la sostanziale differenza, evidenziata da questo travagliato anno di governo, che Bertinotti, Di Pietro e altri candidati avevano programmi alternativi. Ma oggi si può realisticamente pensare che Veltroni e Bindi abbiamo programmi tali da portare i già troppo confusi elettori di DS e Margherita a fare scelte alternative alle vecchie appartenenze? E quelli mai iscritti a questi partiti troveranno la spinta giusta dalla guerra all’ultimo voto per un primato per il quali si sa già il vincitore ma lo si vuole un po’ più debole in partenza? Sono queste le domande che in tanti si pongono, soprattutto in mezzo a coloro che, ancora una volta, tra una festa dell’Unità e l’altra si preparano a fare il lavoro duro e faticoso della predisposizione del materiale, dei seggi, ecc. Qualcuno può forse pensare che altrettanto legittimamente rispetto a Rosy Bindi non avrebbe potuto correre anche Pierluigi Bersani?

Non lo ha fatto per non togliere forza al candidato che invece di concentrarsi sulla corsa interna deve spalancare le finestre e le porte per nuovi arrivi senza doversi guardare dai compagni di viaggio.  Io la vedo così e non mi sento assolutamente meno schierato per il nuovo partito di altri.

Diffido pure da chi prefigura già scenari di frattura anticipata con gli alleati di governo.

Il problema più serio è il distacco tra politica e società e il superamento di questo viene prima di qualsiasi soluzione governativa futura.

Aprire ai sedicenni il voto alle primarie è un atto simbolico di grande significato e in queste poche settimane dovremmo riuscire a coinvolgerli ben oltre le pastoie burocratiche dei nostri regolamenti. Non capisco ma mi adeguo e comincio da oggi la mia campagna per Walter Veltroni sperando che queste primarie, tanto diverse in tema di unità rispetto a quelle per Prodi, terminino presto.

 

Bologna, 26 luglio 2007             maurizio cevenini

 
 
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