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Ho avuto occasione, in questi giorni, di analizzare il voto delle recenti elezioni amministrative, con tanto di tabelle comparative in termini di votanti e distribuzione di voti sui partiti.
Solo una fantasiosa lettura limitata alla nostra Regione potrebbe portare a indurre a un timido ottimismo, ma come è noto a tutti Budrio e Porretta, caratteristici comuni della Provincia di Bologna, non sono paragonabili alle grandi città che hanno visto un netto arretramento del centro sinistra.
Aggiungere specifiche analisi rispetto a quelle sviluppate dai giornali serve a poco ma alcune considerazioni sono d’obbligo. Le elezioni amministrative rappresentano un test locale e risentono fortemente dell’azione dei sindaci e delle proposte degli aspiranti, ed è giusto che sia così. E’, però, altrettanto evidente il ruolo che svolge l’azione di governo nazionale su un orientamento che i cittadini assumono sulla base dei messaggi che ricevono sulle grandi scelte generali. Personalmente sono convinto che in questo anno il Governo abbia fatto alcune scelte positive soprattutto sul piano del risanamento dei conti, ma sul piano della comunicazione e della coesione, ha dato il peggio di sé. Una azienda con i propri dirigenti che hanno sistematicamente svilito il prodotto, cercando esclusivamente di segnalare che il loro piccolo reparto funzionava; questa è l’immagine che gli italiani hanno severamente punito. Se vogliamo, naturalmente, hanno contribuito i messaggi negativi sui costi della politica, sullo sperpero della pubblica amministrazione come se il centro destra non avesse le stesse responsabilità. Io ritengo che un Paese democratico dovrebbe riflettere su sondaggi che indicano al 90% la fiducia in polizia e carabinieri e al 10% la politica, ma questi forse sono ragionamenti da anni ’70.
Resta il fatto che nel voto di domenica scorsa migliaia di cittadini che avevano dato fiducia a Prodi e al suo schieramento non hanno dato il voto al centro destra, ma non sono andati a votare.
E il giorno dopo più che una pacata riflessione, giù botte tra alleati, annunciando disimpegni e azioni ritorsive.
Guardo Bologna e vedo qualche messaggio simile; le varie facce delle sinistra si stanno interrogando sulla scelta di un candidato alternativo da contrapporre a Cofferati, contornati da gruppi, più o meno numerosi di critici, che pensano la stessa cosa.
Allora torna prepotentemente un ragionamento: la sinistra non ha voglia di governare, di assumersi responsabilità di governo. Appena è costretta a farlo cerca ansiosamente di smarcarsi e accusa chi si sporca le mani nel lavoro quotidiano di essersi spostato a destra, di aver rinnegato i valori, di non avere senso di critico, di … intanto Berlusconi si limita a dire che è pronto a tornare. Bene, prepariamoci alla manifestazione unitaria.
Bologna 2 giugno 2007 Maurizio Cevenini
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