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In questi giorni ho ricevuto alcuni messaggi che mi chiedevano cosa farò dopo le elezioni comunali di metà maggio. In particolare, mi è stato chiesto di fare il punto sui miei incarichi futuri. E ho preferito non limitarmi a rispondere singolarmente a chi me lo chiedeva, ma fare chiarezza con voi tutti. Io sono consigliere regionale e capolista del Partito democratico in consiglio comunale. Questo significa che, se eletto, diventerò consigliere comunale.
Il perché io sia arrivato a questo punto, è noto a tutti. Ho fatto una
scelta di responsabilità: rinunciare alla mia candidatura a sindaco di
Bologna, memore del passato della città che ambivo ad amministrare. Quando nel 1966 Dozza rinunciò al suo incarico da primo cittadino per
ragioni di salute, fu immediatamente sostituito da Fanti. Ma la legge è
cambiata e oggi, di fronte alla stessa situazione, si andrebbe al voto.
Bologna non può e non deve permettersi l’instabilità politica e
amministrativa. Adesso bisogna darsi da fare, prendere le misure per
farle un nuovo bellissimo vestito. E poi scegliere la stoffa, tagliare,
cucire, mettere le toppe nei buchi. La nostra città deve stare bene e
anche i suoi abitanti. Pensando a tutto questo ho deciso di ritirarmi,
ma di non stare ai margini della nostra piazza. Ho preso la decisione di
continuare il mio impegno al vostro fianco e a quello di Virginio
Merola, candidato sindaco del centrosinistra, accettando la proposta del
Partito democratico: fare il capolista. Torniamo quindi alla domanda
iniziale: cosa succederà se e quando sarò eletto alle elezioni del 15 e
16 maggio? Come ho più volte detto, io e il mio partito decideremo cosa
fare. In ogni caso, vorrei fossero chiari un paio di punti: primo tra
tutti, non esiste alcun tipo di incompatibilità tra i due incarichi. Io
potrei fare il consigliere regionale e, allo stesso tempo, svolgere la
stessa mansione in Comune. Chi mi conosce bene, sa che metterò lo stesso
impegno, la medesima serietà e la passione “ceveniniana” in entrambi
gli incarichi. Altro punto della massima importanza: da poco, la legge
prevede che, in caso di doppio incarico, chi assume la carica di
consigliere comunale non prende alcun emolumento. In questo caso, non
sarò io a rinunciare al mio stipendio: non ne ho proprio diritto, per
legge. Di conseguenza, non si sommano nemmeno le indennità. Spero di
aver fatto chiarezza. Io alla correttezza ci tengo molto.
Maurizio Cevenini
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