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Se
potessi suggerirvi una colonna sonora da abbinare a questo articolo
sarebbe "Ancora tu", di Battisti. Mentre vi immagino seduti su un divano
ad ascoltare questa splendida canzone chiedendovi cosa centri con me,
vi svelo subito il mistero. In queste ultime settimane ho riflettuto a
lungo, soppesando i pro e i contro di una scelta molto delicata:
candidarmi per il consiglio comunale alle prossime amministrative. E non
in una posizione qualsiasi, ma come capolista del mio partito.
Un bel
cambio di passo per me: candidato a Sindaco poi fermato, come ben
sapete, da un malore, ho deciso di non seguire con un binocolo il
percorso che porterà ad eleggere il prossimo primo cittadino di Bologna,
ma di camminare al fianco del PD. In questa lunga camminata (parlo di
camminata perché per ora non posso correre) il Partito democratico ha
già raggiunto importanti traguardi, penso ad esempio al successo delle
primarie che hanno indicato Virginio Merola candidato del
centrosinistra. E anche qualche piccola delusione, come il dover
rinunciare ad una lista dell’Ulivo in cui far confluire tutti, idea
bocciata proprio dagli alleati. Così a metà di questa passeggiata, che
terminerà il 15 e il 16 maggio con l’apertura delle urne, mi è stato
chiesto di fare qualcosa in più: candidarmi come consigliere comunale.
Non vi nascondo che ci ho dovuto pensare molto, insieme alle persone che
mi sono sempre state accanto in questi momenti, come mia figlia
Federica. Alla fine ho dato ascolto al mio cuore, a quel senso di
responsabilità che mi ha quasi tolto il respiro quando ho rinunciato al
sogno di una vita, fare il sindaco di Bologna. Ho ascoltato voi,
cittadine e cittadini di questa città straordinaria, il vostro affetto e
sostegno. E ho scelto di rimettermi in gioco. Preparandomi ad aiutare
Merola e il mio partito per la duplice sfida di questa primavera:
vincere le elezioni e portare tanta, tantissima gente alle urne, perché
la partecipazione è la linfa vitale della democrazia. Non è stata dunque
un’alleanza particolare a spingermi a candidarmi, nessuna trattativa
sottobanco, nessuna attrattiva a occupare una poltrona. Ma il mio amore
per Bologna e il mio rispetto verso le tante persone che mi avrebbero
voluto sindaco. "Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?" si chiede
Battisti. Ed è lui stesso a darsi la risposta: "Non mi sorprende, lo
sai". Non fatevi sorprendere nemmeno voi. Non fatevi ammaliare dalle
promesse o dalle urla. Cercate di capire se dietro ai candidati c’è un
progetto e vero amore per la nostra città. Intanto, per quel che potrà,
Cevenini c’è. E se volete, potete scriverlo ancora una volta sulla scheda. Grazie.
Maurizio Cevenini
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