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Care bolognesi, cari bolognesi, la mia corsa si ferma qui.
All’inizio della salita una caduta ha portato i medici, che mi hanno
rimesso in sella, a consigliarmi di rallentare il ritmo. Mi sono
consultato con la mia famiglia, gli amici ed il mio partito ed ho
scelto di ritirarmi perché lo choc che ho avuto dopo questo malore è
stato forte.
Ho sentito in questi giorni intorno a me il calore di una comunità
vasta. Bologna è anche questo: umanità, rispetto e solidarietà. Vi
ringrazio, in questi giorni interminabili ho potuto leggere tutti i
messaggi affettuosi e voglio rassicurarvi: da qualche giorno mi sono
ripreso fisicamente però questo campanello d’allarme mi ha reso
vulnerabile. Per me uno dei valori più importanti, su cui ho fondato la
mia carriera politica e professionale, è stato il senso di
responsabilità; chi ambisce a diventare Sindaco deve avere un senso di
responsabilità superiore alla media. Perché il ruolo di un Sindaco,
dall’elezione diretta in poi, è unico ed insostituibile e in coscienza
bisogna essere certi di portarlo a compimento. Questa certezza, oggi,
oggettivamente non me la sento dentro.
Lo dico a malincuore, con l’immenso dolore che provoca il dover
rinunciare al sogno di una vita, la mia vita. Ma ci sono momenti in cui
è necessario avere l’umiltà di fare un passo indietro. Ora ho il
desiderio di rimettermi in forma e ci vorrà del tempo. Il tempo
necessario soprattutto per allenarmi, anche psicologicamente , ad
impormi tempi di vita diversi rispetto agli ultimi venti anni. Dopo
quello che mi è accaduto voglio insomma la libertà di scegliere. Una
libertà che, giustamente, i tempi della politica e della città ora non
posso concedermi e che il non posso pretendere. So che questa mia
difficilissima scelta ha messo in difficoltà il mio partito che
generosamente, attraverso tutti i dirigenti, ha dichiarato di volermi
lasciare tutto il tempo necessario. Ma ho la certezza che anche questa
amara esperienza il Pd avrà un sussulto unitario per fare le scelte
migliori.
Da parte mia sosterrò il partito e il suo segretario, ora più che
mai. A loro va il mio affetto, la stima la gratitudine per come mi sono
stati vicini in questi giorni. Appena potrò, dopo la pausa che mi
prendo per guarire, sarò di nuovo a disposizione, Non abbandonerò mai
la politica perché, quando ti entra nelle vene, non ti lascia mai.
Perché, qualunque cosa succeda, Bologna nel cuore rimarrà sempre.
Vorrei concludere, nella speranza che questo mio autunno passi in
fretta, con una frase di rito: il Cev, anche se un po’ provato continua
ad esserci.
Maurizio Cevenini
25 ottobre 2010
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