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Care
bolognesi e cari bolognesi, oggi parte la mia corsa. E
non da un luogo qualsiasi, ma dal cuore della nostra città, piazza
Maggiore. Come la gara di oggi, l’arrivo sarà tutto in salita, tra
le curve che portano a San Luca. Prima
di alzare la mano ho atteso e riflettuto a lungo: ho aspettato che le
regole e il percorso delle primarie di centrosinistra fossero chiari,
che si delineasse la cornice del programma di coalizione. Una cornice
di riferimento dentro la quale mi riconosco, e che sarà oggetto di
ulteriori momenti di approfondimento e condivisione durante le
primarie.
Voglio
riprendere un cammino con voi: quello dell’orgoglio di Bologna. E
di tutta la comunità che in questa città vive e risiede, nessuno
escluso. Insieme, con la massima trasparenza e collaborazione,
proveremo a costruire la Bologna della buona occupazione e del buon
vivere, della buona mobilità e della buona aria, la città della
buona convivenza, dell’integrazione, delle pari opportunità, della
giustizia sociale e della bellezza. Una città metropolitana
solidale, accogliente e sicura. Lavorerò per ricongiungere la
politica con la gente, favorendo la partecipazione attiva di tutte le
cittadine e i cittadini, delle forze economiche, culturali e
associative bolognesi, lottando contro l’odio e i veleni. Forse,
infatti, la mia campagna elettorale potrà deludere qualcuno, perché
sarà priva di offese e di parole gridate. A partire da queste
primarie, dove corro per vincere, pur avendo una convinzione ben
salda: se, come è già successo in precedenza, arrivassi secondo,
non chiederò nulla. Anzi, lavorerò al fianco del vincitore, se
possibile ancor più motivato.
Non
abbandonando mai la leggerezza, la nostra grande arma. So benissimo
che la Bologna che ambisco ad amministrare è una città in
difficoltà: la crisi e i tagli del governo, uniti al patto di
stabilità, ci impongono la gestione di un’emergenza fatta di nuovi
disoccupati, cassintegrati e di giovani precari che non trovano
lavoro; di un welfare che può contare su risorse sempre più esigue;
di un sistema educativo che rischia di impoverirsi. Ma abbiamo il
dovere di guardare al futuro con intelligenza e umanità, come
indicato da Edmondo Berselli. Con una mano quindi affronterò
l’emergenza, insieme a voi; con l’altra sarà indispensabile
progettare il domani di questa città. Realizzando politiche a lungo
termine nelle aree più importanti: il lavoro, il welfare (dalla
sanità alla scuola), le infrastrutture e la mobilità, l’ambiente
e la ricerca, la cultura. E ovviamente, lo sport. Per dare una nuova
speranza alle cittadine e ai cittadini, salvaguardare i servizi e
garantire uno sviluppo sostenibile, valorizzare le eccellenze di
Bologna, ridare slancio alle attività economiche del nostro
territorio, aprire la nostra comunità a tutti: visitatori, turisti,
nuovi cittadini e non ultimi gli studenti. Perché la rinascita di
Bologna non può non passare dalla sua importantissima Università,
dalla sua cultura e dalla sua creatività.
La
partita da giocare è dura, ma non dobbiamo avere paura: le sfide più
belle sono anche quelle più difficili. Ora più che mai abbiamo
bisogno di realismo, fiducia e speranza.
Oggi
inizia il mio viaggio, quello che mi avete chiesto di intraprendere.
E ad ogni tappa vi chiederò di accompagnarmi. Con la promessa di non
cambiare mai. Perché anche questa volta, secondo una formula ormai
consolidata, il Cev c’è. Mi piacerebbe che ancora una volta foste
in tanti a rispondere: “Anche io ci sono”.
Grazie
Maurizio
Cevenini
Bologna,
9 ottobre 2010
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