Sono Maurizio Cevenini, nato a Bologna e candidato sindaco alle
primarie del Partito Democratico del 13 e 14 Dicembre. Scrivo
a te e ad altri cittadini queste 7 brevi considerazioni. Non
è tutta farina del mio sacco, sono cose che mi sono state
dette da molte persone incontrate nei posti più disparati
di Bologna, persone per fortuna assai diverse tra loro. Sono
idee raccolte da un vagante, mescolate, ragionate e infine ridotte
a poche parole che stiano in una pagina. Qui c'è una parte
importante di me e c'è tanto di altri. Le chiamo "idee
sulla vita in città".
La prima idea è che
la buona amministrazione da sola non basta, se non si lavora
affinché ci siano buoni rapporti tra le persone. Un sindaco
non deve fare il gendarme e nemmeno il paciere, deve essere capace
di dire dove stiamo andando tutti insieme e fare in modo che
nessuno si perda. Un sindaco nella Bologna del 2009 non è
la controparte ma la parte che serve quando il sentimento di
appartenenza scricchiola.
La seconda idea è che
non è necessario essere ecologisti per capire che non
si vive di sola aria, ma l'aria che si respira è anche
la misura del rango che una città si merita. Una città
che fa tanto per i suoi bambini deve avere un'aria all'altezza
di questo primato. Altrimenti l'aria è anche quella dei
tempi. Non accorgersi dell'aria che tira vuol dire uscire poco
all'aperto. Io in strada mi ci sono sempre trovato bene, e questo
è un bell'allenamento per sentire il polso della gente.
La terza idea è che
non ci sono gli intelligenti che vanno in bici e gli stupidi
che vanno in auto. Se il problema fosse così semplice
da risolvere saremmo tutti dei geni che vanno a piedi. Io desidero
Bologna con una mobilità europea, ma anche Bologna dove
si sentono le scarpe dei molti che camminano. Dunque, quello
che eredito non lo butto di certo, lo metto insieme a quello
che inventiamo di nuovo.
La quarta idea è che
tutti sanno che vivono in un mondo globale, tutti sanno che i
problemi di ogni giorno sono sotto il portone di casa, e alla
fne chi non si trova bene a Bologna se ne va altrove. Ecco, io
voglio fare di tutto perchè per tutti vi siano buone ragioni
per rimanere. Molte menti hanno lasciato la città. Questo
è un problema di opportunità non date e un problema
competitivo tra la nostra e le altre città. Il capitale
umano è l'unico vero patrimonio di una città, un'energia
formidabile e delicata senza la quale non si conta nulla in Europa
e ancor meno a casa propria.
La quinta idea è che
i nostri fgli fanno un'altra vita dalla nostra, e questa vita
dall'adolescenza in poi è spesso rumorosa, a volte melanconica
e romantica ma sempre piena di energia. Non possiamo pensare
di diventare dei vecchi rancorosi con la gioventù, come
possiamo far fnta che migliaia di studenti siano qui solo di
passaggio, solo qui per essere spremuti, che razza di Bologna
è mai questa? Io, se mi vedo sindaco, mi vedo anche quando
facevo lo studente, e questo non lo dimentico.
La sesta idea riguarda la convivenza,
il piacere di divertirsi, il diritto di rilassarsi e riposare,
la gioia di vivere in una bella città, speciale, per dove
si cammina, e che offre una buona sicurezza personale a tutti.
Una Bologna così non s'inventa con le saracinesche abbassate
né con la libertà di rovesciare in strada rifuti.
In ambedue i casi resteremmo in un insicuro buio esistenziale.
Dobbiamo risolvere il confitto tra cittadini una volta per tutte,
e diffidare di chi propone ricette ecumeniche. Non ce ne sono.
Questo confitto si risolve solo abbandonando tutti le vecchie
posizioni, conquistando un nuovo terreno dove piantare sia i
principi che i desideri.
La settima idea ha a che fare
con la bellezza. Un sindaco che non si occupa di bellezza potrà
anche essere un efficiente amministratore ma il suo orizzonte
resterà sempre chiuso sull'esistente. Una bella città
non è semplice questione di nettezza urbana e restauri,
una bella città è sopratutto bella gente, e la
bella gente è orgogliosa di stare insieme e fare insieme
quella cosa che prima o poi è necessario fare: ritrovare
daccapo Bologna, iniziando dalle relazioni tra le persone.
Come vedi io non voglio fare
il sindaco per ereditare confitti ed amministrare una "lotta
fratricida" tra cittadini. Io ci sono per iniziare una nuova
era di rispetto e di felicità tra le persone.
Grazie a te per aver letto. Maurizio Cevenini
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