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Per la prima volta a Bologna le due più importanti organizzazioni dei commercianti Ascom e Confesercenti hanno dato vita ad una manifestazione di protesta.
E’ un fatto importante del quale è giusto parlare inquadrandolo nella sua giusta dimensione, pur con la doverosa precisazione che per il ruolo che ricopro tendo a parlare più di fatti nazionali che locali.
Tutto nasce dalla tanto contestata chiusura notturno degli esercizi commerciali, passando attraverso le varie ordinanze sui divieti per l’erogazione di alcolici. dopo estenuanti trattative tra comune e rappresentanze di categoria si è giunti a una rottura e alla conseguente manifestazione. Il sindaco Cofferati in più occasioni ha giudicato anomala una manifestazione che anticipasse le decisioni formali e mi sento di condividere questa valutazione, ma accorre stare alla sostanza. La prima considerazione, indipendentemente dal balletto dei numeri che contraddistingue sempre questi momenti di polemica, è che la manifestazione è riuscita con una buona partecipazione. Allo stesso tempo è importante dire che l’oggetto della stessa si è modificato strada facendo presentando ai partecipanti un vero e proprio manifesto politico di contestazione globale all’amministrazione. Quando parli di degrado, per fare un solo esempio, dai un giudizio di merito sul lavoro dell’amministrazione e di esponi al rischio della politicizzazione della tua protesta. Per carità nulla di drammatico, soprattutto perché tutta l’azione sociale è permeata di politica, ma alla fine i partiti di opposizione si sono appropriati, almeno in parte, dei risultati.
Le manifestazioni, soprattutto se composte come quella dell’altra sera, sono un elemento importante della democrazia e io voglio in essa vedere l’aspetto positivo della vivacità di una città che non è morta e vuole confrontarsi. Personalmente sono convinto che l’amministrazione abbia la stessa volontà anche se a volte può apparire il contrario.
Sul merito la vicenda è oggettivamente complessa e vede su posizione nettamente contrapposte non tanto l’amministrazione ma i cittadini che desiderano dormire e gli esercizi. Come sempre il principio di civiltà dovrebbe portare a scelte equilibrate che tengano conto delle esigenze di tutti, ma oggi la situazione è diversa e l’apertura lunga lascia molti problemi. Io penso sia giusto sperimentare l’orario ridotto con deroghe a coloro che si assumono l’impegno, pur nei limiti, di controllare la propria clientela mantenendo un costante monitoraggio in un dialogo virtuoso tra rappresentanze dei commercianti e il comune. Quindi riapertura del dialogo, senza vinti e vincitori, nel pieno rispetto dei valori e delle tradizioni di una città bellissima.
Maurizio Cevenini
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