Maurizio Cevenini - 1989, vent’anni dopo quel muro
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  Tribuna: 1989, vent’anni dopo quel muro
Postato il Martedì, 02 settembre alle 18:47:44 di
 
 
  Tribuna Rientro della vacanze ormai completato e la nostra città si immerge nei problemi di tutti i giorni. I politici parlano di congressi o conferenze programmatiche, primarie e candidature a sindaco, i cittadini più banalmente dei conti che non tornano nel bilancio familiare.

Per una volta torno su un tema che ho affrontato in passato e che riprendo volentieri oggi seppur apparentemente lontano dai problemi di Bologna. All’indomani della caduta del muro di Berlino in quel freddo 9 novembre del 1989, in modo incruento e festoso, il mondo intero intravide un segno di speranza per l’umanità. Milioni di uomini e di donne assaporavano il valore della libertà della democrazia, in quei febbrili giorni pochi, emarginati commentatori, analizzavano con lucidità cosa si muoveva attraverso quel muro, quali equilibri economici, etnici e culturali scuoteva.

Nel 2003 scrivevo sulle pagine di questo giornale:“Forse è sbagliato e cinico dirlo, ma è terribilmente vero che in questi dodici anni dalla caduta del muro di Berlino sono aumentati spaventosamente i morti per fatti di guerra. L’equilibrio del terrore, teneva soggiogate intere popolazioni prive della libertà, ma quegli uomini e quelle donne hanno visto crescere i loro figli in salute. Le guerre tribali e religiose scatenate dalla sacrosanta libertà hanno sterminato intere generazioni.” Considerazioni che avvenivano alla luce di dati obiettivi, nettamente peggiorati negli anni successivi, culminati con i fatti di Georgia di questi giorni. Sottovalutazione e improvvisazione nella politica internazionale hanno lasciato crescere l’odio profondo tra le popolazioni “forzatamente” libere di uccidere. Tutto funzionale ad una logica di interessi divergenti sotto il profilo economico e dell’indipendenza energetica. L’illusione dell’equilibrio basato sulla collaborazione Russia, Europa, Stati Uniti, ha visto un susseguirsi di sconfitte diplomatiche sui fronte mediorientale, Iraq, Afghanistan.

Gli stati ex sovietici inebriati dalla speranza europea stanno irritando lo zar russo che teme l’accerchiamento e reagisce in modo rabbioso.   L’inverno del prossimo anno saranno vent’anni da quell’atto liberatorio per l’umanità; rigirando tra le mani una bottiglietta contenente frammenti di quel muro mi chiedo se ne è valsa la pena. Forse il muro che si sta preparando in questo terzo millennio è ben più alto e indistruttibile.

 

Bologna, 2 settembre 2008                        Maurizio Cevenini

 
 
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