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News: si vola
Postato il Giovedì, 27 marzo alle 18:15:25 di |
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Mentre stanno naufragando tutti i buoni propositi di una campagna elettorale corretta, senza offese personali e strappi laceranti, d’improvviso l’Italia si è accorta che Alitalia sta per chiudere e il candidato premier Berlusconi ha pensato di mettere in piedi una cordata di imprenditori per evitare di lasciare la compagnia ai francesi.
Con parole semplici ha spiegato a noi profani che il piano di Air France è ridicolo e prendendo in mano la bandiera dell’italianità ha chiesto qualche settimana per proporne un altro alternativo ed efficace. Premesso che in questo spazio ho la possibilità di scrivere di tutto, anche se incompetente in materia, la cosa che più di ogni altra appare evidente è il tentativo di mettere in difficoltà l’avversario Veltroni stretto tra le scelte del governo in carica e l’immediata attenzione dei sindacati che a fronte degli otre 2000 esuberi dei francesi sono pronti ad attaccarsi ad ogni alternativa. Sempre da sprovveduto e senza voler fare della dietrologia, mi suona strano l’ultimatum di Air France in piena campagna elettorale, quando basta uno slogan azzeccato per cambiare l’umore di molti incerti. Che la politica e lo stesso sindacato, particolarmente frazionato nell’ambiente, siano responsabili delle disgrazie di Alitalia è sotto gli occhi di tutti. Come per i rifiuti, si sono succeduti governi che hanno constatato di anno in anno i numeri disastrosi dei bilanci e non hanno fatto nulla per cambiare la situazione. Oggi la scelta più logica è che sia il mercato a fare giustizia di una situazione altrimenti insanabile e deve creare sospetto l’invito della politica agli imprenditori per intervenire nell’emergenza con l’impegno di ripagare, successivamente, gli sforzi fatti attraverso i classici metodi degli sgravi fiscali o concessioni di rendite. Occorre naturalmente avere grande rispetto per il dramma di famiglie che vedono sfumare il posto di lavoro, ma non dimentichiamo che se quello di Berlusconi è un bluff dietro l’angolo c’è il fallimento. Certo rispetto a solo pochi mesi fa il mondo della politica ha subito una rivoluzione profonda, basta vedere che sul tema Berlusconi e Bertinotti la vedono allo stesso modo. Le dichiarazioni dei ministri Bonino, Bersani, Bianchi e Di Pietro confermano il peccato originale di coalizioni che tengono assieme visioni profondamente diverse e non sanno portarle a sintesi. Nella situazione si inserisce anche la situazione di Malpensa che vede sindaco e presidente della provincia di Milano uniti “nella lotta” alla destrutturazione di una parte consistenza del movimento dell’aeroporto che doveva soppiantare i piccoli scali e oggi si trova in gravi difficoltà. Insomma una campagna elettorale che doveva volare alto dà l’idea che a vincere sia chi la spara più grossa, in fondo è successo altre volte…Bologna 25 marzo 2008 Maurizio Cevenini
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