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(ER) DUCATI MOTOR. RITIRA PREMIO PROVINCIA: "CI ONORA NEL MONDO"
DEL TORCHIO: CI SENTIAMO AMBASCIATORI DI BOLOGNA E B.PANIGALE
(DIRE) Bologna, 26 nov. - In attesa della mega-festa di piazza di domenica prossima, Ducati continua ad incassare riconoscimenti. E oggi a Bologna l'amministratore delegato della casa motoristica di Borgo Panigale, Gabriele Del Torchio, ritira il "Premio Provincia" dalla mani di Beatrice Draghetti, presidente della giunta di Palazzo Malvezzi. E' la prima volta che il premio, istituito nel 1988, va ad un'impresa. Nelle motivazioni che hanno portato il Consiglio provinciale, sulla scorta della vittoria iridata, a puntare su Ducati, c'e' la volonta', spiega Draghetti, di sottolineare "il grande valore dimostrato in pista e nei mercati" di "una delle eccellenze della storia di questa provincia": un'azienda che ha "in numerose occasioni contribuito ad onorare il territorio e le capacita' bolognesi". "Sono portavoce- esordisce Del Torchio ritirando a Palazzo Malvezzi il riconoscimento, un'opera dello scultore Nicola Zamboni- di generazioni di bolognesi che nella Ducati hanno lavorato e hanno reso possibile un sogno. Ci sentiamo ambasciatori di Bologna, dell'Emilia e di Borgo Panigale nel mondo". Alla cerimonia ha partecipato il giornalista sportivo, Marino Bartoletti, un appassionato delle "rosse" su due ruote. "Ben poche storie aziendali- osserva- sono come quella della Ducati che, per certi versi, assomiglia all'Italia, con slanci e cadute, genialita' e sbandate, talento, sconfitte e vittorie mai regalate". Una cosa in particolare il cronista riconosce al marchio bolognese, "di non aver mai ammainato la propria bandiera, anche quando questa era stracciata e l'asta era rotta". Fino alla conquista del campionato delle Motogp, che riporta in Italia il titolo mondiale dopo 34 anni di dominio incontrastato delle case giapponesi. "A questo punto- rilancia il presidente del Consiglio provinciale, Maurizio Cevenini- in Italia deve nascere una vera 'curva' Ducati. A differenza di altri sport nel motociclismo conta spesso piu' il pilota che la squadra". Insomma, per gli italiani la Ducati deve essere come la Ferrari, a prescindere da chi la guida. "Deve essere- insiste Cevenini- la squadra del cuore. Oggi ci sono le condizioni perche' questo accada". Nel corso della cerimonia, alla quale ha preso parte anche il comandante della Brigata Friuli, Francesco Arena, e' stata ricordata con un minuto di silenzio la morte del militare italiano, Daniele Palladini, rimasto ucciso assieme al altri cittadini afgani, in un attentato lo scorso sabato.
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