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Forse è l’ultima occasione per scrivere e invitare a votare il 14 ottobre per la nascita del partito Democratico e quindi lo faccio indicando la mia preferenza per Walter Veltroni e Salvatore Caronna come segretario regionale.
Ogni occasione e spazio è buono per informare perché credo che molti teorici della bontà del progetto si siano persi per strada e altri utilizzino il dibattito tra candidati per parlare di complotti e conservazione della vecchia classe dirigente, naturalmente molti di questi per anni hanno fatto parte del sistema. Dalle ripetute discussioni sull´argomento mi sono convinto che un semplice e sintetico decalogo delle principali ragioni che mi convincono ad entrare nel PD.
1) Frammentazione. La coalizione di governo di centrosinistra, l´Ulivo, è frammentata in numerosissimi partiti, il maggiore non supera il 17,5%. Se Ds e Margherita danno vita ad un partito di più del 30% esso potrà rappresentare una credibile forza di governo di centrosinistra e il baricentro di qualsiasi coalizione. Se non daranno vita al Pd, mentre a destra Fi, che già ora supera il 20%, si fonderà con An, il centrodestra supererà il 30% e rappresenterà agli occhi dell'elettorato una forza politica più seria e credibile del centrosinistra.
2) Il valore aggiunto dell´Ulivo. Il futuro Pd sarà costituito soprattutto da tre forze: Ds, Margherita e gran parte dei gruppi del cosiddetto Ulivo senza partito, il popolo delle primarie, composto da milioni di persone. Il popolo delle primarie ha mostrato di voler avere una propria voce, il PD è un’opportunità.
3) Un partito per un premier. Oggi la coalizione di centrosinistra è stata debole nella scelta del premier. I Ds, che sono i più grandi non lo hanno indicato, per il passato comunista, i Dl non lo hanno indicato perché sono più piccoli. Se viene scelto un leader di compromesso, risulta debole perché non ha un suo partito. Prodi è riuscito a superare brillantemente questa impasse con le primarie, ma è un escamotage che non può essere ripresentato ad ogni elezione. Con il Pd il leader del partito diventa il leader della coalizione.
4) Un partito per un sistema bipolare. Se la democrazia richiede l'alternanza e se prevale l´opinione che il giudizio di premio o sanzione ad un governo deve essere dato direttamente dagli elettori e non indirettamente da partiti che cambiano alleanze in Parlamento, ci si deve attrezzare per un sistema tendenzialmente bipolare. Un partito di rilevanti dimensioni, come potrebbe essere il Pd, va creato a prescindere dal sistema elettorale, in modo da mettere il sistema bipolare al riparo da sistemi elettorali perversi come quello che vige oggi in Italia.
5) Il ricambio delle classi dirigenti e il rapporto con i propri militanti ed elettori. Gli attuali partiti di centrosinistra sono stati capaci di selezionare dei valenti dirigenti e di avere una rete di militanti in tutto il Paese (soprattutto i Ds che l'hanno ereditata dal vecchio Pci), ma è crescente il malessere tra militanti e soprattutto fra gli elettori circa l´autoreferenzialità e l´autoperpetuazione delle classi dirigenti dei partiti. Dar vita al Pd è un'occasione per rivedere i meccanismi di selezione dei rappresentanti nelle istituzioni politiche e dei dirigenti del partito (primarie) e per rivitalizzare il rapporto tra dirigenza ed elettori, lungo percorsi nuovi di partecipazione che possono dar linfa alla politica e allo schieramento di centrosinistra. Bologna, 1 ottobre 2007 Maurizio Cevenini
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