Piazza Maggiore
Data: Giovedì, 13 settembre alle 16:58:55
Argomento: Tribuna


Quante ne ha viste la nostra piazza più bella? La storia è passata tante volte sul crescentone di Piazza Maggiore in momenti di straordinaria felicità o di profondo dolore. Le immagini indelebili del giorno della liberazione, i grandi comizi politici e sindacali, e poi le grandi feste,

 ma anche i funerali del due agosto e tante altre tristi ricorrenze. La piazza di sabato 8 settembre 2007 in quale quadro si deve iscrivere? E’ stato un momento di gioia o di profondo dolore? Non c’ero, ho visto immagini, ascoltato interviste, spezzoni di frasi pronunciate da Beppe Grillo e non solo. Ho tratto la conclusione che quella piazza straripante di giovani come non mai rappresentasse un grave attacco ai fondamenti della democrazia. Non voglio assolutamente esagerare ma se è vero che occorre non essere ipocriti è opportuno sapere che quella collettiva esternazione di odio profondo contro la politica, complessivamente intesa,è un segnale d’allarme ben più grave di ciò che si nasconde dietro il sorriso e l’ironia.

La cosa peggiore naturalmente non è il titolo seppur rappresentativo dello sfogo populista e qualunquista, ancor meno i tre punti della proposta di legge che personalmente condivido, ma lo sviluppo della manifestazione sfociata nella prima azione concreta dell’antipolitica e del suo straordinario successo.

 La riflessione deve essere seria a partire dal dato incontestabile della Piazza piena come fu per i funerali della strage dell’80 e dal punto più basso raggiunto dalla politica. E di politico c’era tanto a partire dal manifesto di convocazione contenente due punti (negare ai condannati il diritto di rappresentare il popolo, impedire alle segreterie dei partiti di nominare di straforo i candidati senza passare attraverso il vaglio degli elettori) largamente condivisibili e sostenuti seppur timidamente da grande parte dello schieramento dei partiti.

Più controverso il terzo punto che ho praticato, lasciando a malincuore il comune di Bologna dopo due mandati, ma che in assoluto non rappresenta la soluzione migliore. Lo sanno i cittadini, in particolare in piccoli comuni, che hanno perso la professionalità di sindaci dopo dieci anni.

Ma quello che lascia perplessi è vedere tracimare dal manifesto accattivante una sequenza di insulti generalizzati che hanno coinvolto migliaia di persone incattivite.

Grillo ha stravolto lo schema di comunicazione di personaggi e partiti alla ribalta dell’informazione televisiva trasformando la rappresentanza del suo blog, uscendo dal virtuale e diventando così reale da riuscire a contendere spazio (anche nei telegiornali) alla poderosa routine dell'informazione istituzionale.

 

 

Questo costringe chi dubita della forza politica e culturale di Internet, io per primo, a rifare un po' di conti sul peso che la rete sta assumendo sulle generazioni future e conseguentemente sulla prossima classe dirigente.

Ora pesa sulla rappresentanza politica tradizionale l’esigenza di confrontarsi con questo mondo scontando pesanti ritardi e con una unica arma vincente: la sostituzione delle troppe parole con fatti concreti.

Bologna, 11 settembre 2007







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