Primarie, luci ed ombre
Data: Mercoledì, 02 maggio alle 19:31:27
Argomento: Tribuna


Mentre mi accingo a scrivere la consueta nota settimanale, giungono gli echi di notizie allarmanti che rendono il tema che voglio affrontare quasi futile e riduttivo.

Le organizzazioni sindacali decidono, dopo il pressante appello del Capo dello Stato, di dedicare alle vittime del lavoro le celebrazioni del primo maggio; nelle ore in cui sfilano cortei in tutta Italia, che Piazza San Giovanni è invasa da giovani affamati di musica e libertà, giunge la notizia agghiacciante dell’ ennesima strage di innocenti, frutto dell’ approssimazione e dell’incuria. Mentre la democratica Bologna si appresta ad essere capitale delle diverse manifestazioni di CGIL CISL UIL da un lato, UGL dall’altro, una missiva delirante del cosiddetto Partito comunista combattente, minaccia azioni di violenza, individuando in Bologna e nel suo sindaco, nonché il costituendo Partito Democratico, i principali obiettivi. In questo quadro il mondo politico bolognese, e non solo, pare porsi esclusivamente il problema di individuare gli sfidanti a sindaco della città per l’ancora lontano 2009 e su tutto prevale questa sorta di totem, attorno a cui tutto ruote, delle primarie. Ogni tanto mi capita di ricordare, anche per l’infelice esperienza, che Bologna fu la prima città in assoluto che sperimentò questo metodo di scelta del candidato del centro sinistra. Vitali fu il primo sindaco in carica che non venne ricandidato e ai nastri di partenza: io, la Bartolini, Celli e Paruolo. Vinse la Bartolini, io buon secondo e a seguire gli altri. In quel sabato, che ho cancellato dall’agenda e dalla memoria, parteciparono più di 20000 bolognesi, un successo. I risultati, ovviamente non imputabili alle primarie, sono storia nota. Per qualche anno la sinistra evitò di parlarne, poi prima qualche comune ha iniziato a praticarle per giungere ai metropolitani Milano e Genova. In mezzo la straordinaria esperienza delle primarie che incornarono Prodi candidato con quasi cinque milioni di partecipanti. A questo va aggiunta la frenesia che sta pervadendo il processo di costituzione del partito democratico che fa delle primarie un elemento determinate e io sono un grande fautore di questo strumento democratico; mi sarebbero piaciute per il Parlamento proprio perché l’effetto dell’orrenda legge elettorale sarebbe stato attenuato da questa sorta di pre-voto sui candidati. In nessun caso, comunque, in presenza di un sindaco che dichiara disponibilità per un secondo mandato sono avvenute fino ad oggi primarie. Penso che occorra fugare una volta per tutte ogni ambiguità: se i partiti che sostengono il Sindaco danno un giudizio positivo sul suo operato, ed è quanto ha fatto la maggioranza a Bologna sino ad oggi, è inutile ma, a mio parere, dannoso utilizzare questo strumento perché rappresenterebbe una sorta di plebiscito o l’occasione per qualcuno di mettersi in mostra dimostrando, con la propria percentuale, i limiti del candidato riproposto dando un oggettivo vantaggio d’immagine all’avversario del centro destra.

 







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