RIFLESSIONI SUL FINANZIAMENTO ALLE PARITARIE
Data: Mercoledì, 29 giugno alle 11:21:53
Argomento: Tribuna


La scuola è un servizio pubblico e va difeso, perché è la base di un paese democratico. E’ a scuola, infatti, che si formano i cittadini, non solo dal punto di vista dei contenuti, delle nozioni. Anche la socialità, lo stare insieme, il rispetto delle regole e degli altri, il gioco, la solidarietà rientrano nel grande capitolo dell’istruzione. Capisco quindi il dibattito che si è aperto sul sistema pubblico integrato, ovvero sui finanziamenti del Comune alle scuole dell’infanzia paritarie.


E’ giusto riflettere su questo tema, perché la formazione è il motore propulsivo del nostro futuro. Tuttavia, non capisco davvero la distinzione tra pubblico e privato: il sistema integrato è tutto servizio pubblico.
Il perché è molto semplice: il contributo a questi istituti è nato nel 1994 con una delibera comunale, con l’obiettivo di soddisfare l’aumento delle domande di iscrizione dei bambini alle scuole dell’infanzia. Un incremento dovuto anche alla giusta rivendicazione delle mamme ad avere un lavoro e un’indipendenza economica. Oltretutto, parliamo di una convenzione che vale 1 milione e 50 mila euro all’anno, nemmeno lo 0.2% del bilancio comunale. Quindi la discussione è tutta politica: è giusto il principio di sussidiarietà, che può per l’appunto prevedere un contributo pubblico alle scuole paritarie, laiche o cattoliche che siano? Io credo di sì, soprattutto laddove tali finanziamenti vanno incontro alle esigenze delle famiglie, evitando di creare liste di attesa o di lasciare bambini a casa. Ed è proprio questo che ha fatto il Comune di Bologna negli ultimi anni.
L’obiettivo vero, quello su cui dobbiamo concentrarci senza pregiudizi, è farsi carico della qualità del servizio, indipendentemente da chi lo gestisce. Bisogna, insomma, partire da un’analisi nel dettaglio di ogni realtà cittadina. A questo proposito, giudico positivamente la scelta di Merola di farsi promotore di un confronto aperto con tutte le anime della nostra città.
I controlli sugli istituti che ricevono i finanziamenti sono fondamentali. Credo che il Comune debba, secondo la sua competenza, esercitare il diritto di verificare un servizio che finanzia. Ma occorre bussare alla porta dello Stato, il cui disimpegno su questo tema è evidente. Allo Stato spettano i controlli. E il dovere di fare la sua parte, dandoci anche insegnanti e fondi per aprire nuove sezioni.
Ricordiamoci sempre un dato: a Bologna, solo il 16% delle scuole dell’infanzia sono statali.






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