SAN PETRONIO
Data: Lunedì, 04 ottobre alle 10:48:46
Argomento: Tribuna


La fabbrica di San Petronio torna a vivere. Adesso è tutta bella impacchettata, con riprodotta sulla facciata proprio la Chiesa simbolo di Bologna. Fra qualche anno tornerà a splendere l’originale.


 Con grande soddisfazione, una delle poche nei tempi grami che ci è dato vivere, abbiamo salutato l’avvio del restauro della facciata della Basilica di San Petronio, la chiesa più cara ai bolognesi, forse perché dedicata al patrono, sicuramente perché si affaccia su Piazza Maggiore, centro della vita civile della città.

Negli anni scorsi restauratori e muratori hanno lavorato all’interno. Oggi Oggi tocca all'esterno: con gli occhi di tutti i bolognesi che controlleranno cosa avviene e vedranno giorno dopo giorno i lavori.

San Petronio, inteso come la basilica, è un po’ il simbolo di questo Paese. O almeno, a me, così pare.

È il simbolo della determinazione con cui, in epoche in cui non esistevano le gru, gli uomini lavoravano per raggiungere il cielo, un modo di essere ancora più vicini a Dio, un Dio a cui all’epoca si assegnavano (o almeno così si sperava) anche tanti compiti terreni come proteggere dalle pestilenze e cacciare le carestie.

È il simbolo della Chiesa, intesa anche come il primato di quella di Roma che fece bloccare i lavori perché se realizzata come da progetto, la chiesa sarebbe stata più grande della Basilica di San Pietro a Roma.

È il simbolo della tendenza tutta italiana di lasciare incompiuti i lavori pubblici. Come spiegarsi, altrimenti, la facciata non ultimata, con l’ultima parte che è priva di marmi?

È anche, e a me questo piace tanto, il simbolo della convivenza – difficile ieri come oggi tra Stato e Chiesa: San Petronio si affaccia su Piazza Maggiore, la piazza “civile”, ed è a due passi da Palazzo d’Accursio, sede da sempre del potere politico. Lì, gli uni vicini agli altri, i Palazzi del potere sono convissuti fianco a fianco per secoli. E ancora fanno bella mostra di sè.







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