Non è ancora passata la nottata...
Data: Giovedì, 01 marzo alle 15:36:00
Argomento: Tribuna


E’ veramente apprezzabile il lavoro tempestivo e corretto svolto dal Presidente Napolitano durante la breve crisi di Governo; altrettanto apprezzabile è stato l’intervento del Presidente del Consiglio che non ha nascosto la matrice politica della crisi e i limiti oggettivi di una maggioranza risicata e, seppur per poche unità, variabile. Recarsi al Quirinale, rassegnare le dimissioni è stato naturale e dovuto ed è stato un atto di responsabilità nei confronti del Paese.

Altrettanto obbligato è stato il tentativo, seppur su un programma ridotto e mi auguro condiviso, di riottenere una maggioranza politica al Senato. Il voto c’è stato e alla fine la fatidica quota 158 (vera soglia politica senza senatori a vita) è stata raggiunta. I punti sintetici del cosiddetto programma di minima rappresentano un impegno significativo su questioni cruciali della vita del Paese: liberalizzazioni e diritti dei consumatori, Mezzogiorno e sicurezza, ambiente ed energia, famiglie e giovani generazioni, sistema previdenziale e la delicatissima strategia internazionale. “Esigenze di un Paese moderno che comprende come non possa esserci crescita e benessere diffusi se non si lavora per garantire sviluppo equilibrato tra Nord e Sud dell'Italia, se non si investe sui diritti dei cittadini contro le storture di un mercato ancora troppo segnato da situazioni dominanti, se non si offrono alle giovani generazioni uguali opportunità formative, lavoro buono, possibilità di conquistare autonomia anche con politiche residenziali pubbliche, un aiuto serio per essere nelle condizioni migliori per formare una famiglia, per avere dei figli, per progettare il futuro” queste sono le testuali parole della Presidente del gruppo dell’Ulivo.

Ora, avendo già giocato il Jolly, la maggioranza di centro sinistra deve dimostrare di riuscire a fare, almeno in parte, queste cose e soprattutto deve trovare la forza e l’umiltà di concordare con il centro destra una riforma elettorale che permetta al Paese di avere un governo stabile.

Non ci sono più alibi, in particolare per la cosiddetta sinistra radicale, nel sostegno incondizionato al governo pena il tonfo e la certa sconfitta elettorale; non è cinismo ma sano realismo: o i 158 votano tutti assieme o è serio pensare di tornare alle urne.

Questo vale anche per Bologna, investita in queste ore da polemiche legate all’ingresso di rifondazione comunista nella giunta Cofferati. Credo sia finito il tempo della doppia politica, chi vota un programma e lo conferma sul voto al bilancio non può sottrarsi alle responsabilità di governo. Le mani libere si tengono su ben delimitate questioni di coscienza, sul resto ci si deve sporcare le mani o, correttamente, ci si chiama fuori.

Insomma, è triste constatarlo, ma la nottata è ancora lunga.

Bologna 1 marzo 2007                                                 Maurizio Cevenini







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