La tessera numero 15
Data: Martedì, 23 gennaio alle 18:10:34
Argomento: Tribuna


L’ennesimo dado del partito democratico è stato lanciato, rotolerà per qualche mese e alla fine sapremo se sarà la volta buona. La direzione dei Ds e l’assemblea dei segretari di sezione ha dato il via al progetto di trasformazione dell'Ulivo nel Partito Democratico, attraverso le faticose ma indispensabili regole della democrazia che impongono passaggi congressuali indispensabili ma lontani dalla gente. L’approvazione unitaria del regolamento fa sperare che il percorso sia meno accidentato di quanto le dichiarazioni che si susseguo facciano prevedere; spirito unitario e confronto sulle idee, se ci sono, prevalgano sulle minacce di scissione che nel quadro politico italiano, diviso in venti partiti, fanno sorridere.

Ho ritrovato, datata 1996, la tessera numero 15 del Partito Democratico. La presi in una assemblea, resa straordinaria dall’emotività e partecipazione, durante la quale un gruppo di audaci, ero tra loro, iscritti e non iscritti ai partiti si ponevano il lungimirante e ahimè utopistico obiettivo di raccogliere attorno a Romano Prodi e alla sua coalizione il blocco di centro sinistra. Nessuno di noi credeva nella possibilità di raggiungere l’obiettivo, nonostante i tanti incoraggiamenti interessati, ma con altrettanta convinzione nessuno avrebbe mai pensato al harakiri di due anni dopo. Vennero gli anni bui di governo e di opposizione ed assieme la trasformazione pds-ds e la nascita del Somarello prima e della Margherita poi. Di Partito Democratico si è ricominciato a parlare negli ultimi mesi, quando la preoccupazione per le imminenti elezioni e la spinta chiara degli elettori delle primarie muoveva in quella direzione.

Ora mi sento di dire che la strada dell’unico partito riformista è inevitabile, ma se lo fanno altri ritengo giusto anch’io di rivendicare una storia. E allora attenzione perché è sì importante portarsi dietro tutti i generali, ma è fondamentale  l’apporto dei  600 mila iscritti delle migliaia di sezioni territoriali dei Ds; non è retorica, almeno per chi le frequenta e continua a dare un contributo, ricordare il popolo delle feste dell’unità, dei porta a porta, insomma di tutti quegli strumenti che fanno ancora la differenza dal mondo di plastica dei nostri avversari. In questi giorni ho sentito, in modo insistente un attacco a questo mondo della politica attiva; dall’alto della mia tessera numero 15 dell’utopico partito democratico del ’96 sono convinto che  questo sia ben più preoccupante del richiamo ai termini sinistra e socialismo che molti compagni fanno.

Bologna 23 gennaio 2007                                             Maurizio Cevenini                            

 







Questo Articolo proviene da Maurizio Cevenini
http://www.mauriziocevenini.it

L'URL di questo articolo è:
http://www.mauriziocevenini.it/modules.php?name=News&file=article&sid=24