Per Bologna sarà un appuntamento particolarmente sentito e carico di spunti interessanti a partire dalla decisione di Sergio Cofferati di chiudere la sua esperienza amministrativa. Ha fatto parlare tanto di Bologna in tutta Italia, negli anni si valuterà fuori dalle polemiche del contingente il valore effettivo della sua amministrazione. Ci riproverà Guazzaloca che abbandonò ogni incarico istituzionale all’indomani della sconfitta del 2004 senza mai mettere piede in consiglio, poi gli incarichi romani e oggi si ritiene con l’appoggio dell’UDC ed un numero indefinito di firme a sostegno il rimedio per Bologna sempre più maltrattata dalla sinistra del “partitone” (peccato non ci sia più). Non lo turbavano di certo le candidature di Corticelli o di Laganà anzi  ne legittimavano il ruolo di unico avversario del potere dominante. E poi all’improvviso è uscito Alfredo Cazzola che ha permesso ai partiti di centro destra di appoggiarsi ad un cosiddetto civico che non fosse Guazzaloca. Ho fatto molte interviste in questi giorni, nessuna è stata pubblicata per il semplice motivo che non ero collocabile tra coloro che lo hanno attaccato frontalmente, insomma non ho fatto notizia. Ed è così, non partecipo al gioco vecchio della sinistra che si esercita a demonizzare l’avversario; uno si candida a guidare la città? Bene, presenti le sue proposte noi le nostre e vedremo la reazione dei bolognesi. Fare impresa e guidare una amministrazione comunale non è la stessa cosa, spettera a Cazzola rendersi credibile in questo ruolo. Ho lasciato per ultimo il mio schieramento, quindi Flavio Delbono. Ha vinto le primarie sulle quali si sono esercitati in tanti nel tentativo di screditarle ma hanno dato un risultato positivo, soprattutto guardando ciò che sta avvenendo in giro per l’Italia. Delbono è preparato e ha una esperienza assoluta per poter svolgere bene il ruolo di sindaco. Ovviamente non basta, la campagna elettorale serve per entrare in sintonia  con i cittadini e non è sufficiente il curriculum. Sarà importante che tutti coloro che, in modo disinteressato,  possono dare un contributo lo facciano. Con le proposte, però. Criticare l’avversario, facendo i maestri, ci ha scottato in passato.

bologna, 17 gennaio 2009                     maurizio cevenini