Io e il Bologna
Data: Mercoledì, 18 giugno alle 11:41:41
Argomento: Tribuna


Il calcio, nonostante gli Europei in corso, non è certo la soluzione dei problemi dell’Italia e della nostra città, però aiuta. Non so perché, fin da ragazzo quando, con modeste propensioni, mi cimentavo con continuità in questo sport vedevo e sentivo buona parte dei miei compagni di Partito che sopportavano a fatica questa mia mania.

 Allora era abbastanza naturale distinguere i ragazzi di sinistra tendenzialmente intellettuali e impegnati, lontani dal calcio e dallo sport in genere, da quelli di destra più portati alle attività “leggere”. Gli anni sono passati e questa forbice si è fortemente ridotta con il dissolversi delle ideologie e degli schemi preconfezionati. Nonostante tutto ci siamo trovati in occasione del ritorno del Bologna in serie A, davanti ad un paradosso: un conflitto profondo tra chi amministra la città e la squadra di calcio, in mezzo una città compatta che esulta e festeggia. Ovviamente le motivazioni ci sono a partire dal forte conflitto tra il Presidente Cazzola e l’amministrazione provinciale per la vicenda Romilia e tanti altri piccoli screzi culminati nell’assenza dallo stadio del Sindaco e “l’aiuto” a rasserenare il clima da parte dei giornali locali che hanno diffuso tabelle sulla fede calcistica degli assessori della squadra di Cofferati. Come se il clima non fosse sufficientemente caldo sono arrivate due notizie, la vendita della società agli americani e l’ipotesi di Cazzola sindaco. Il clima deteriorato ha fatto sì che normali dichiarazioni di preoccupazione di alcuni esponenti dell’amministrazione fossero interpretate da Cazzola come offese e le risposte sono state decisamente sopra le righe.

Ne parlo perché da tifoso vivo con profondo fastidio questa situazione e vorrei contribuire a trovare un rimedio partendo dalla considerazione che non è la prima volta che aziende bolognesi finiscono in mani straniere; vorrei ricordare che nel calcio esclusi Gazzoni (rovinato dal calcio) e Cazzola-Menarini, negli ultimi quarant’anni i bolognesi se ne sono stati alla larga. Sono il primo a voler capire quali sono i programmi dei nuovi proprietari ma, a parte le esternazioni politiche, ho fiducia nelle capacità gestionali di Cazzola che guida la società.

Insomma vorrei che Bologna tornasse ad essere una città normale dove i cittadini e gli amministratori fossero sulla stessa barca nella difesa del valore aggiunto della propria squadra in serie A.

Le condizioni ci sono, manca un po’ di buona volontà.

 

Bologna, 18 giugno 2008          Maurizio Cevenini







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