Si vota
Data: Mercoledì, 06 febbraio alle 10:43:25
Argomento: Tribuna


il 4 gennaio scorso scrivevo il mio solito pezzetto dal titolo: anno bisestile, anno decisivo. Così, tanto per indicare una traccia di ragionamento consapevole che ogni anno è decisivo e annuncia rivoluzioni.

 Sul piano politico la fine del Governo Prodi chiude definitivamente un’epoca quello dell’Ulivo partita dodici anni fa (gli anni della macchinina rossa con la quale caricavo un Prodi senza scorta alla sua prima esperienza elettorale). Il povero Marini, con tutto il rispetto, si trova davanti ad un compito già difficile se avesse cercato una maggioranza risicata di transfughi, praticamente impossibile se in modo serio ritiene che solo con l’appoggio dei primi partiti si presenterà alle Camere. Temo proprio sia finita. Una flebile speranza per cambiare la legge elettorale la lancia il sempre arguto D’Alema  sostenendo che se il Parlamento non è in grado di farlo si debba consentire ai cittadini di decidere attraverso il referendum legittimamente richiesto e ammesso. Credo anch’io come lui che non si tratti di un complotto per perdere tempo e la possibilità di votare entro la primavera resterebbe intatta. La legge elettorale vigente è considerata un pasticcio da una larga maggioranza degli italiani e dei membri del Parlamento. La stessa Corte Costituzionale, nell'ammettere il referendum elettorale, ha messo in evidenza le carenze e le incongruenze della legge elettorale gettando un'ombra sulla sua legittimità costituzionale. E’ altrettanto vero che se il Parlamento e il nuovo Governo decidessero di spostare di un anno, come avvenuto in altri casi in presenza di elezioni, lo svolgimento del referendum l’esito peserebbe su un Esecutivo difficilmente forte nei numeri e autorevole. Ma queste sono tutte considerazioni di buon senso che cozzano con la volontà granitica di Berlusconi nel non volere perdere tempo. Dal suo punto di vista non riesco a dargli torto perché si comprende come solo lo spauracchio elettorale ha fatto tornare all’ovile Fini e Casini che fino a poche settimane fa giuravano sulla fine dell’esperienza berlusconiana. Ma così va la politica italiana e noi del caravanserraglio dobbiamo subire in silenzio. Prepariamoci, variegato molto del centro sinistra a una dura campagna elettorale circondata da nuvole cariche di pioggia, con la speranza che il vento allontani il temporale.

Per puro caso questo pomeriggio sono passato nei capannoni della ditta che aveva addobbato il primo pullman di Prodi, io dovevo mettere due strisce rossoblu nella mia auto di tifoso;  oggi la macchinina rossa la guida mia figlia, presto la rottamo…







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