Italia in serie B?
Data: Venerdì, 18 gennaio alle 18:43:15
Argomento: Tribuna


Bologna ha inaugurato, con sei mesi di anticipo, la terza corsia dinamica dell’autostrada. Un successo della comunità bolognese condiviso da tutti i protagonisti in un incontro solenne nell’aula del consiglio comunale alla presenza, tra gli altri del ministro Di Pietro.

Poco importa, in una giornata positiva, che l’iter burocratico dell’intervento fosse durato almeno vent’anni con continue battute d’arresto; se però dalle parole del Ministro, sempre chiaro nella sua crudezza, appare chiaro che per l’opera strategica più importante per il nostro territorio, il passate nord, si rischia di attendere altri trent’anni il quadro di riferimento torna fosco. La vicenda è di una semplicità disarmante: c’è un concessionario, autostrade, che ha il diritto contrattuale di sfruttare fino al 2038 i pedaggi di attraversamento di Bologna; se la realizzazione del passante nord venisse affidata attraverso gara pubblica, come previsto dalle normative europee, e autostrade spa soccombesse rispetto ad altre imprese, lo Stato italiano dovrebbe riconoscere i mancati introiti dalla cosiddetta “banalizzazione” dell’attuale autostrada che verrebbe ridotta a percorso di alleggerimento cittadino. Per ovviare a questo inconveniente la Commissione europea dovrebbe riconoscere la peculiarità del caso ed accettare l’affidamento diretto dell’opera. Per ottenere questo non basta la richiesta di un ministro, già attivata, ma un lavoro di pressione plurima che coinvolga compattamente maggioranza e minoranza parlamentare, al fianco di Governo ed Enti locali. E’ fattibile tutto ciò oggi in Italia? Assolutamente no. Questo più di qualunque altro parametro economico segnala la retrocessione del nostro Paese rispetto ad altri emergenti, che fanno dell’orgoglio e coesione nazionale il principale elemento di crescita.

 Il Papa all’università, le dimissioni di Mastella, il rusco. Sono i temi che investono con prepotenza le cronache dei giornali, superando nei colloqui dei bar anche le difficoltà economiche delle famiglie. Non me ne vogliano i protagonisti ma oggi ci troviamo nelle stesse condizioni di difficoltà che incontrarono i governanti negli anni settanta quando ipotizzarono il governo di unità nazionale. Non arrivo a questo, e vedremo come si sviluppa la trattativa sulla riforma elettorale, ma qualcosa deve schiodare questa situazione di paralisi sconcertante. Abbiamo battuto il terrorismo, inferto colpi mortali alla mafia, è impensabile che non vi siano le risorse umane per rendere moderno e pulito, sotto ogni punto di vista,  questo strano Paese.

 

Bologna, 16 gennaio 2008                            Maurizio Cevenini







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