I parchi delle favole
Data: Sabato, 08 dicembre alle 18:12:30
Argomento: Tribuna


I giornali della nostra città, in grande competizione tra loro, cercano di intervallare la sistematica descrizione della situazione di degrado che affligge Bologna con scoop di grande suggestione. II piani urbanistici sono il terreno più gradito, pare anche dai lettori, per aprire dibattiti per lo più fini a sé stessi.

 Avvenne un anno fa con la nascita della pagina locale del Corriere e l’anticipazione del progetto Romilia per arrivare al Carlino che in questi giorni ha lanciato il “Parco delle Stelle”. Da quanto Papa Giovanni Paolo II in una notte indimenticabile la fece conoscere al mondo, l’area Caab è divenuta oggetto di desideri coinvolgendo società, costruttori. Alla Moschea, che sta creando tensioni tra i residenti, si aggiungono altri interventi già determinati dalla pianificazione urbanistica. Il progetto di Sacrati e soci irrompe nel dibattito cittadino con lo stesso schema prodotto dal progetto Romilia.

Il Resto del Carlino descrive in due pagine corredate da splendide immagini un progetto straordinario che riuscirebbe a tenere unite le condizioni base: ambiente e vivibilità, occupazione, viabilità, rilancio dell’attività sportiva. Un quadro idilliaco distrutto dal cattivo assessore Merola. Il cittadino, già troppo impegnato a districarsi tra le difficoltà quotidiane, non è tenuto a conoscere i piani urbanistici e le regole che devono applicare gli amministratori pubblici per evitare che tutto sia affidato al libero arbitrio. I giornali, le organizzazioni di categoria invece questa conoscenza dovrebbero averla anche perché è fin troppo facile fare ricadere sul personale politico ogni volontà di blocco all’attivismo imprenditoriale.

Se ognuno di noi, semplice cittadino, riflette sui passaggi burocratici che deve affrontare per modificare la propria terrazza o cambiare di destinazione un appartamento comprende di quanto vadano moltiplicate le difficoltà per chi  si propone di rivoluzionare la vite di fette importanti del territorio. Se la destinazione di un’area, vedi il caab, non prevede ulteriore sviluppo di edilizia abitativa, appena qualcuno propone nuove case si deve comprendere che ciò confligge con la pianificazione urbanistica stravolgendo il quadro dei servizi. Se si vuole costruire una cittadella dello sport che attira grandi numeri di visitatori occorre creare le condizioni perché la rete dei trasporti regga l’urto. Sarebbe miope una amministrazione che non affrontasse con serietà proposte che propongono sviluppo economico e nuovi posti di lavoro ma le regole restano un riferimento e una garanzia per tutti. La strada da percorrere con pazienza è quella del confronto tra tutti gli interlocutori pubblici e privati abbandonando le facili scorciatoie della città delle fiabe.

 

 Bologna, 10 dicembre 2007 Maurizio Cevenini







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