Meglio soli…
Data: Domenica, 04 novembre alle 18:22:52
Argomento: Tribuna


Sabato scorso è nato un nuovo partito, Romano Prodi l’ha definita una giornata storica preceduta dalla straordinaria partecipazione di tre milioni e mezzo di persone. Ora tutti i passaggi dovranno essere calibrati, veloci, precisi.

Voglio interpretare in questo modo la fermezza del sindaco Veltroni e segretario del PD, nel rivendicare azioni immediate dopo l’ennesima violenza conclusa tragicamente nei confronti di una donna indifesa. Il consiglio dei ministri di un governo che difenderò fino all’ultimo giorno ma che aveva approvato a fatica un disegno di legge ne ha trasformato in decreto legge una parte sostanziale. L’emotività del momento ha costretto a prendere, una volta tanto una decisione immediata, ma credo che anche su altri temi strategici un governo debba intervenire con decisione facendo percepire ai cittadini che si vuole incidere concretamente nei problemi del Paese. Non potrà essere questo governo, tirato da ogni parte con una coalizione fatta di troppi particolarismi, ma il prossimo sia di destra o di sinistra deve cambiare radicalmente registro.

Il Partito Democratico può contribuire a migliorare l’Italia. Tre milioni e mezzo di persone, diverse per età, esigenze, attività si mettono in fila per esprimere il proprio democratico contributo alla costruzione di un nuovo partito rappresentano un segno importante. Una prova di democrazia che in un sol colpo cancella molti dubbi e incertezze di un Paese sull’orlo della divisione ideologica e della sfiducia nei sistemi di rappresentanza. Ci sono voluti dodici anni di impegno tenace per costruire il primo grande partito riformista del paese.

Già nel 1995, quando divenne chiaro che il centro-sinistra aveva bisogno di una nuova aggregazione ampia e forte delle diverse esperienze riformiste italiane.
 Ds e Margherita hanno compiuto il passo più importante, il più difficile della loro storia: lo scioglimento consapevole al fine di contribuire alla nascita di qualcosa di più nuovo e più forte, auspicabilmente unito.

Ora ci troviamo davanti ad una situazione paradossale, nonostante i risultati ottenuti in meno di un anno e mezzo dal governo, il sentimento comune, alimentato ad arte, è quello di pericolosa provvisorietà; in parte dovuto a provvedimenti importanti che vedranno a distanza i propri effetti ma soprattutto per i segnali di scollamento che arrivano addirittura da ministri. Il PD nei prossimi mesi dovrà delineare il suo programma, confrontarlo con gli alleati, ma una volta constatata l’inconciliabilità si abbia il coraggio di chiedere agli elettori la possibilità di governare. In democrazia questo si traduce con il superamento della soglia del 51% nelle elezioni. Se ciò non avverrà sarà opposizione che, anche se con qualche posto in meno, rappresenta una collocazione più dignitosa del governo ad ogni costo.

Bologna 1 novembre 2007                                    Maurizio Cevenini





Questo Articolo proviene da Maurizio Cevenini
http://www.mauriziocevenini.it

L'URL di questo articolo è:
http://www.mauriziocevenini.it/modules.php?name=News&file=article&sid=109