Maurizio Cevenini - Intervento Consiglio 21 maggio 2007
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  Politica: Intervento Consiglio 21 maggio 2007
Postato il Lunedì, 21 maggio alle 18:27:41 di
 
 
  Politica Il mio intervento vuole rappresentare la convinta solidarietà di tutti i gruppi politici della provincia al sindaco della città, al presidente della provincia stessa, al segretario Ds, al gruppo la tua Bologna e con loro a tutti i rappresentati di Istituzioni, Associazioni, religiosi e singoli cittadini che hanno ricevuto negli ultimi tempi minacce di diversa natura.

21 maggio 2007 Intervento del presidente del consiglio Maurizio Cevenini

 

 

Su espressa richiesta, nelle prossime settimane il consiglio provinciale darà voce a tutti i gruppi consiliari in una seduta dedicata all’analisi e alla valutazione della situazione nel nostro territorio naturalmente senza la presunzione di dare risposte, ma di contribuire alla valutazione di un fenomeno che preoccupa tutti e che non vogliamo sottovalutare.

Ma oggi, come ha detto chi mi ha preceduto, è il momento della solidarietà e dell’impegno unitario contro il nemico comune nascosto dietro azioni tendenti a minare la convivenza civile.

Tutti noi abbiamo, fin dal primo momento, cercato di circoscrivere la portata delle minacce e credo che continui ad essere un giusto atteggiamento. Questo è vero quando si vuol dare il segno dell’isolamento di singoli o gruppi che non rappresentano attraverso le azioni scritte e materiali un movimento di consenso diffuso. I cittadini della nostra città, le diverse aggregazioni politiche e sociali sono lontane da ogni forma di violenza nell’azione politica; è confermato dal solido tessuto associativo e di partecipazione, dall’immediata mobilitazione e disponibilità di singoli, delle organizzazioni sindacali, in numerose dichiarazioni anche da parte di gruppi cosiddetti antagonisti. Detto questo è indubitabile che è avvenuto un oggettivo salto di qualità delle azioni, passando da lettere mirate a singoli ad atti violenti contro locali o auto mettendo a repentaglio l’incolumità dei cittadini. Tante volte, purtroppo, ed è una riflessione che deve essere presente nelle nostre considerazioni, uomini e donne sono stati vittime innocenti trovandosi accidentalmente sul luogo di una azione dimostrativa. Ed è già un risultato di chi vuole avvelenare il clima ridurre gli spazi d’azione, creare nei cittadini la paura ad uscire di casa.

La magistratura, le forze dell’ordine, le istituzioni nella loro opera devono essere impegnati nell’assicurare al pari della doverosa difesa di rappresentati della città la libertà di azione e movimento di chi vuol vivere e lavorare, avendo l’opportunità di muoversi senza rischi.

Non ho il minimo dubbio che questa consapevolezza sia diffusa e che le azioni degli inquirenti vadano in questa direzione, accompagnate dal silenzio prudente e convincente di queste ultime ore.

Quello che mi permetto di fare, anche per non ripetere le parole condivisibili già sentite, è un appello a tutti i protagonisti della politica ad abbassare il livello della polemica, a volte fine a sé stessa, concentrando la nostra azione sui compiti concreti che impone l’attività amministrativa. E’ un compito arduo ma indispensabile per ottenere un rispetto maggiore per i luoghi della politica che paiono sottoposti, giorno dopo giorno anche attraverso vere e proprie campagne di stampa, ad un tentativo di discredito quasi a contrapporre in un vecchio schema, la tanto evocata società civile, di cui la politica è comunque parte, e una sorta di castello assediato dove si barricano i rappresentanti delle istituzioni.

Non ho chiaro e spetta a magistrati ed inquirenti capirlo se il fenomeno che si manifesta in questi giorni a Bologna e nel Paese ha qualche affinità con le azioni terroristiche del passato, se vi sia un coordinamento strategico o una occasionale sovrapposizione di gruppi e singoli. Sotto questo profilo gettano luci fosche i messaggi che anche ieri, ottavo anniversario dell’assassinio di Massimo D’Antona, sono giunti da parte di fiancheggiatori dei terroristi in carcere.

Una certezza comunque l’abbiamo acquisita: il tentativo di cercare consensi inserendosi nelle contraddizioni delle città, nel disagio sociale e in parallelo partecipare al facile gioco del discredito delle rappresentanze politiche, esecutivi e assemblee elettive in particolare, nel quale vengono coinvolti, a volte forse inconsapevolmente, anche settori della popolazione.

Da parte nostra dovremmo riuscire a far prevalere le idee senza urlare contro le manifestazioni degli altri e a volte chiedere scusa il giorno dopo non ha la stessa efficacia.

Nella città di tante vittime del terrorismo, la città di Marco Biagi occorre un patto, una sorta di codice deontologico, per non alterare gli equilibri del dibattito democratico rispettoso delle diverse opinioni, senza nulla togliere alla durezza del contrasto. Questo sarebbe un bel segnale concreto di unità. Un’ultima considerazione è rivolta ai giovani. I giovani sono da sempre l’interlocutore privilegiato per coloro che vogliono attaccare il sistema democratico, la convivenza civile, marcando i segni del degrado  e la disaffezione verso il bene comune, puntando alla disgregazione. Le Istituzioni hanno il compito, forse il più difficile, di rendere vivibili e accessibili le città creando spazi per le aggregazioni dando risposte equilibrate, nel pieno rispetto delle regole.

La comunicazione diretta degli Enti, gli organi d’informazione tanti e diffusi nella nostra città devono dare voce alle tante iniziative virtuose nella città patria dell’associazionismo diffuso. Forse può essere un discorso ingenuo ma tante piccole azioni quotidiane possono creare quella rete solidale che toglie spazi di manovra a chi vuole seminare il caos.

Essendo io chiamato a chiudere questa seduta consiliare desidero riprendere i ringraziamenti iniziali del Presidente Sofri a tutti gli ospiti istituzionali, ai tanti sindaci, ai cittadini e ai colleghi che con questa ampia partecipazione hanno espresso la volontà di respingere ogni minaccia contro il nostro sistema democratico, i suoi massimi rappresentanti e ogni singolo cittadino.

 
 
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