il nome che l'amico Giuseppe Giacobazzi ha dato al mio burattino.
Ormai non ho più la possibilità di rispondere singolarmente a tutti voi sui fatti quotidiani. Cercherò comunque di continuare a farlo. Per ora si inaugura questa rubrica nella quale, in poche righe, cercherò di rispondere alle domande più frequenti della settimana. Una formula leggera per tenere, per quanto potrò, un contatto diretto con voi, in parte sconosciuti, che mi avete ancora una volta dato fiducia in cambio di...... niente.
Questa rubrica sarà seria ed ironica e partirà proprio dall'ambiguità del doppio ruolo tra il Cev e il burattino. Lascio a voi il dubbio su chi, tra i due, sia l'autore.

Come premessa, e vale per tutte le risposte, vi invito a giudicare l'amministrazione Merola dai fatti concreti, dagli atti deliberati. Il carosello di dichiarazioni di questi giorni fa parte del dibattito politico-culturale e va preso come tale fino alle scelte deliberate da giunta o consiglio, a seconda delle competenze. Un fatto concreto sono gli indirizzi del Consiglio Comunale sulle nomine negli enti. Si è fatto un passo avanti importante in termini di rinnovamento generazionale. Detto questo sottolineo quanto dichiarato in aula che chi ha dedicato anni all'amministrazione pubblica non può essere discriminato rispetto alla cosiddetta "società civile".

La mia posizione è nota sin da quando ero candidato alle primarie: la scuola è un servizio pubblico che va difeso, perché è la base di un paese democratico.
Questo non significa che non valga il principio di sussidiarietà, che può prevedere un contributo pubblico alle scuole paritarie, laiche o cattoliche che siano. Esattamente quanto il Comune di Bologna ha fatto negli ultimi anni. Lo Stato e gli Enti Locali, secondo competenza, dovranno rigorosamente eseguire i controlli.

Ho già espresso il mio parere ma lo sintetizzo in questa frase: sono salito sul palco di Piazza Maggiore per parlare durante un'iniziativa politica per la prima volta in trent'anni alla vigilia del voto del 15-16 maggio 2011.
Sono invece salito tante volte su un palco con tanti artisti bolognesi in iniziative di beneficenza che mi hanno gratificato e credo che abbiano fatto del bene a tutti noi. Ritengo quindi che la nostra tradizione vada difesa e questo non sia in contraddizione con la sperimentazione di nuove formule e nuove presenze.
Conclusione: con Springsteen sto giù dal palco ma con Mingardi salgo.....