Maurizio Cevenini - Ti ricordi a San Michele in Bosco?
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  Tribuna: Ti ricordi a San Michele in Bosco?
Postato il Sabato, 03 luglio alle 19:10:55 di
 
 
  Tribuna

Bologna non è Brescello. Non ci sono né Don Camillo, né Peppone. Il sole non batte come un martello sulle teste degli abitanti perché a proteggerli ci sono i portici, le torri, la collina che in tempi antichi offriva riparo dal caldo estivo anche a chi non poteva permettersi la villeggiatura.



 

Eppure anche a Bologna capitavano storie che sembravano uscire dalla penna di Giovannino Guareschi, che sembravano dipinte dal grande scrittore della Bassa che si vantava di raccontare la vita con sole 300 parole. Sempre le stesse, ma sempre diverse le une dalle altre.

Questa storia la conosco in prima persona. È quella di una Festa de l’Unità, si badi bene di una Festa de l’Unità di quando c’era il Pci “falce&martello e Berlinguer”, fatta a due passi dal cortile di una Chiesa, a poche centinaia di metri dal Seminario di Bologna.

Questa è la storia di San Michele in Bosco, il belvedere di Bologna recentemente riportato agli antichi splendori per un lavoro di restauro iniziato negli anni scorsi e che in questi giorni ha portato al taglio del nastro. Fino al 1978 la Festa de l’Unità del Quartiere Colli, si teneva a pochi passi dal belvedere, in un piccolo parco laterale che si raggiungeva facilmente a piedi.

Questa è una storia che conosco molto bene, perché l’ho vissuta, tra l’odore delle crescentine e il profumo del vino buono, in prima persona.

Per me tutto San Michele in Bosco è stata come una seconda casa. Ricordo uno per uno gli stradellini che da via Paglietta, da casa mia, portano sul colle. Le scorciatoie che da giovane ragazzo con le braghe corte percorrevo incurante dei rovi e delle spine delle piante che lasciavano il segno sulle gambe.

Strade impervie, quasi una sfida per noi ragazzini per i quali salire a San Michele in Bosco era come andare in montagna, come immergersi nel fresco dei boschi per sfuggire all’afa che ti perseguita anche negli androni dei palazzi, che ti insegue fin dentro l’uscio di casa.

La gioia di rivedere finalmente in ordine questo balcone che si affaccia su Bologna è facilmente immaginabile. Si tratta di un bel passato che ritorna. Di una giornata di festa non priva però di incognite per il futuro: mantenere un parco così grande per un Comune, per il Rizzoli per la Fondazione del Monte è una spesa ingente, è una responsabilità che, viste le scarsità di risorse pubbliche e i tagli del governo, peserà su tutti noi.

Maurizio Cevenini

 
 
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