Maurizio Cevenini - Da Anteo a Matilde……19106 grazie
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  News: Da Anteo a Matilde……19106 grazie
Postato il Domenica, 04 aprile alle 19:36:23 di
 
 
  News “Chi lo avrebbe detto? A distanza di un anno sono ancora qui, a chiedere un voto, un atto di fiducia…” iniziava così la cartolina elettorale che qualcuno di voi ha ricevuto in mezzo a migliaia di messaggi. Semplice, diretta come è stata la corsa che avviai a ottobre del 2008 per vincere le primarie e fare il sindaco di Bologna.

Poi alle elezioni in 4054 bolognesi scrissero il mio nome e domenica scorsa 19106. Il risultato elettorale è stato chiaro e netto, eloquente utile per un attimo di silenzio riflessivo. Non è stato così i soliti noti, anzi qualcuno in più, ha stilato pagelle e giudizi e la litania consueta sull’immagine, i matrimoni, il Bologna. Ho reagito per la prima volta in modo duro chiedendo rispetto per voi che avete scelto di scrivere il mio nome tra tanti e non vi considerate dei cretini. Adesso basta, in politica occorre farsi contare o almeno avere rispetto per chi lo fa. In questo momento non parlo di me ma dei tanti che ci hanno messo la faccia, hanno investito risorse per raccogliere voti e caso mai non sono stati eletti. Sul simbolo dell’ UDC 18820 persone hanno messo una croce, 19106 hanno scritto a fianco del simbolo del PD Cevenini. Basta ripercorrere le analisi e le valutazioni, i fiumi di parole, sul ruolo nazionale di questo partito, sul peso in viste delle comunali di Bologna per scrivere qualcosa di più significativo di quanto hanno scritto su di me, su di noi. Invece “Cevenini scalda i cuori, ma….” Come se scaldare i cuori in politica non fosse la rivoluzione più grande. Forse è per questo che Morandi mi ha concesso la sua canzone più rappresentativa o Curreri ha dedicato a me e a Bologna “un disperato bisogno d’amore”. Pareva avessi previsto tutto quando nel ringraziare chi mi aveva votato alle primarie scrivevo:” Continuate a fermarmi per strada, chiedermi di sposarvi, di fare una festa, e qualcosa di politica che fa sempre bene. Non abbandoniamo mai la leggerezza, è la nostra grande arma e nessuno ce la può togliere. Non è una questione di stile, la leggerezza riguarda il modo in cui si prende la vita, la pesantezza e la volgarità sono macigni che lasciamo ai rancorosi.”
Non importa sono già oltre con la mente. La mia preoccupazione in queste settimane è poter raggiungere i tanti che mi hanno chiesto di essere nei loro quartieri e per colpa di un metodo antico non ho potuto esserci.

A te votante del Cev, un grande grazie. Un pensiero particolare a te solido votante, compagno o amico di tante avventure passate. Ma forse eri in minoranza nell'esercito del Cev, e dovresti rallegrartene, ora hai dei nuovi amici, perché erano molte di più le reclute senza armi pesanti, e al comando di nessuno. Non perdiamoci mai di vista, siamo un bel gruppo e possiamo aumentare alla grande. Un pensiero simbolico a te Anteo, 99 anni chiuso per cinque minuti in cabina per non sbagliare quel nome e a te Matilde 18 anni il giorno del voto. E su tutti a te Laura che quella sera della sconfitta alle primarie, lasciasti il tuo post-it a forma di cuore sulla smart: “il cev c’è anch’io ci sono”. Quella sera ti risposi che l’amato Gaber concludeva una delle sue canzoni più belle “anche per oggi non si vola”. Ti risposi mai dire mai, con voi si può tutto. Ancora una volta me lo avete dimostrato.

Bologna 4 aprile 2010       Maurizio Cevenini

 

 
 
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