Maurizio Cevenini - Il ricordo di Renzo Imbeni
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  Tribuna: Il ricordo di Renzo Imbeni
Postato il Martedì, 16 febbraio alle 15:04:34 di
 
 
  Tribuna

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Signor Prefetto, Parlamentari, colleghi
Cara Rita, parenti e amici di Renzo….

Renzo Imbeni viene eletto consigliere comunale di Bologna nelle elezioni del 1980. Dopo l'esperienza di segretario nazionale della federazione giovanile comunista, dal 1976 al 1983 è segretario della federazione di Bologna. Nel 1983, a metà mandato, viene eletto dal consiglio comunale sindaco di Bologna sostituendo Renato Zangheri. Verrà riconfermato per dieci anni, dopo le elezioni del 1985 e del 1990.
Viene accolto con scetticismo: grigio funzionario di partito, il commissario venuto da Modena, scarsa esperienza amministrativa….frasi di storia tratte dai giornali dell'epoca. La città si trovava di fronte ad un passaggio epocale fatto di eventi tristi e drammatici, dal '77 alle stragi dell'80 e in più il fardello pesante della sostituzione di un sindaco come Zangheri.
Ma lui non se ne cura; inizia a lavorare a testa bassa in due direzioni: la macchina amministrativa, la scelta del gioco di squadra molti collaboratori sono qui con noi oggi, e quella che diventerà la sua forza dirompente: la gente di Bologna.  
Renzo Imbeni nei suoi dieci anni da sindaco aprì dibattiti ampi, conflitti profondi sulle scelte amministrative, la pianificazione urbanistica, la svolta ambientalista, l'intuizione sulla rapida evoluzione della società multietnica. Ci furono turbolenze ma il filo conduttore del dialogo, del confronto delle idee, del tentativo costante di separare il lato umano, personale dal piano politico lo facevano crescere nella considerazione dei cittadini, indistintamente collocabili sul piano politico. Banalmente, credeva nelle sue idee, rispettava quelle altrui. L'accusa principale che gli veniva mossa era quella di aver tenuto immobile la città. Non so se fu immobilismo, lascio ai fini politologi l'analisi approfondita tutt'ora in corso, la comparazione seppur imperfetta, in un mondo che si muove con grandi accelerazioni, con altre stagioni amministrative, ma per me fu sana valutazione sul fatto che può non aver senso imbarcarsi in imprese titaniche, che confliggono con la concreta possibilità di attuazione, che spesso non corrispondono ai reali bisogni dei cittadini,. Imbeni ebbe il grande merito di capire il cuore profondo di Bologna. Di andare anche controcorrente, come avvenne all'inizio della triste vicenda della Uno Bianca, lo ha ricordato il vicesindaco ieri in un suo ricordo personale. L'ipotesi prevalente tendeva ad inquadrare azioni di criminali che trovavano un paravento dietro la presenza incontrollata di troppi immigrati in città. Imbeni disse chiaro e tondo che credeva che ci fosse dell'altro. Sappiamo tutti come andò a finire.
Lo chiamavano il sindaco del sorriso. Giocava a pallone e andava in bicicletta. Allo stesso tempo Imbeni ha portato Bologna in Europa: per anni eurodeputato, vicepresidente del Parlamento europeo, ha saputo dare alla nostra città un afflato europeo e una dimensione che andasse ben fuori dagli stereotipi. Il parlamento europeo lo scorso anno ha intitolato, con una cerimonia condotta dal suo presidente Hans Gert Poettering, la sala di riunioni del Comitato di Conciliazione a Renzo Imbeni. Alcuni dei motivi che hanno portato alla decisione presa all'unanimità dall'Ufficio di Presidenza del Parlamento e che sono stati ricordati durante la cerimonia si riconducono alle attività che hanno caratterizzato la vita politica europea di Renzo Imbeni. La sua figura, che rimane fortemente impressa nella memoria di tutti i colleghi che l'hanno conosciuto, si è contraddistinta per l'impegno profuso a favore dei diritti umani nel mondo. Ben prima della caduta del muro di Berlino e molti anni prima dell'allargamento dell'Unione europea ai paesi dell'est, Renzo in qualità di Sindaco conferiva ad Alexander Dubcek la cittadinanza onoraria della città di Bologna il 31 agosto del '91.. Fu un vero precursore del processo di integrazione che avrebbe portato all'Europa attuale. La sua popolarità e la sua autorevolezza all'interno del Parlamento europeo furono i motivi di un tangibile sostegno da parte dei colleghi europei che gli permisero di essere tra i vice presidenti più votati dall'aula ricevendo quindi sostegno da tutti i maggiori gruppi politici. Cio`gli permise di seguire i dossier più delicati e più impegnativi e di assumere la rappresentanza del Parlamento in sede di conciliazione dove, insieme al Consiglio e alla Commissione, si svolge la complessa procedura di codecisione che eleva il Parlamento europeo, col Consiglio, al ruolo di co-legislatore. Il prossimo 22 febbraio alla sera in Cappella Farnese colleghi internazionali lo ricorderanno in modo autorevole.
Permettemi poche e brevi note personali. Ci accomunava l'avversione quasi maniacale al fumo e naturalmente il calcio. Lo ricordano in tanti dietro casa di Lina e Pippo a Casteldebole, un calcio al pallone con gli amici più stretti lo dava sempre. Quando assieme a colleghi presenti, io e paolo costituimmo l'improbabile squadra del consiglio comunale fu lui a chiedermi "volete lo straniero?" era già in Europa. Fu presente alla prima partita, assieme al sindaco Vitali, venne con noi nella prima trasferta. Si interruppe solo quando in modo discreto ci fece capire che era malato. Mi disse di conservare la sua maglia per la prossima venuta e si informava sui risultati quando appena poteva correre al Dall'Ara a seguire il nostro Bologna.
Il 21 giugno 1981 giovane consigliere comunale, impacciato ed emozionato, celebrò il suo primo matrimonio era il mio non pensavamo che due anni dopo lui sarebbe diventato sindaco e io padre.
Cinque anni fa ci ha lasciato per sempre: i nostri cuori sono ancora pieni di dolore, del rimpianto di un uomo che ha dato tanto a questa comunità, che ha raccontato giorno dopo giorno cosa vuole essere la buona politica. Abbiamo ancora negli occhi la fila sterminata di bolognesi di ogni generazione perché renzo sapeva parlare ai giovani. Il Consiglio comunale di Bologna in accordo con il sindaco ha deciso di dedicare a Imbeni la Sala Bianca, una sala di Palazzo d'Accursio dove si riuniscono le commissioni consiliari, dove si avvia la discussione sui provvedimenti che l'amministrazione comunale intende prendere per il bene dei cittadini, dove l'opposizione solleva i propri dubbi, avanza le proprie proposte, dove i cittadini vengono ricevuti per essere tenuti in considerazione. Un luogo simbolo della democrazia. Una scelta che rende merito a uno dei sindaci più amati di Bologna.
Chiudiamo amaramente una esperienza amministrativa, tra un paio di giorni spegneremo le nostre luci, ma lo facciamo nel modo più bello lasciando un ricordo indelebile, fisico ma anche di cuore, a Renzo Imbeni.

15 febbraio 2010              Maurizio Cevenini
 
 
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