Maurizio Cevenini - A vent'anni dal muro di Berlino
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  Politica: A vent'anni dal muro di Berlino
Postato il Lunedì, 09 novembre alle 19:31:04 di
 
 
  Politica MURO BERLINO: BOLOGNA, CONSIGLIO COMUNALE RICORDA VENTENNALE = CEVENINI, 1989 HA CAMBIATO IL DESTINO DEL MONDO

Bologna, 9 nov. - (Adnkonos) - "La caduta del muro di Berlino ha cambiato il destino del mondo. Da un verso il crollo del muro segno' il ritorno delle liberta' liberali in tutta Europa. Dall'altra il superamento dell'equilibrio bipolare ha visto in tempi rapidissimi il risorgere dei nazionalismi, la ricerca di un nuovo ordine mondiale e la globalizzazione". Con queste parole il presidente del consiglio comunale di Bologna, Maurizio Cevenini, ha ricordato oggi in aula a Palazzo D'Accursio il ventennale della caduta del muro di Berlino, avvenuta il 9 di novembre 1989.

MURO BERLINO: BOLOGNA, CONSIGLIO COMUNALE RICORDA VENTENNALE CEVENINI, 1989 HA CAMBIATO IL DESTINO DEL MONDO

Bologna, 9 nov. - (Adnkonos) - "La caduta del muro di Berlino ha cambiato il destino del mondo. Da un verso il crollo del muro segno' il ritorno delle liberta' liberali in tutta Europa. Dall'altra il superamento dell'equilibrio bipolare ha visto in tempi rapidissimi il risorgere dei nazionalismi, la ricerca di un nuovo ordine mondiale e la globalizzazione". Con queste parole il presidente del consiglio comunale di Bologna, Maurizio Cevenini, ha ricordato oggi in aula a Palazzo D'Accursio il ventennale della caduta del muro di Berlino, avvenuta il 9 di novembre 1989.

"La Guerra Fredda - ha aggiunto Cevenini - aveva congelato le antiche tensioni etniche e religiose che pure erano state alla base dei due conflitti mondiali di inizio XX secolo. Una lunga ibernazione che ci aveva convinto tutti che quelle divisioni cosi' foriere di violenze, fossero davvero archiviate per sempre. Che dopo l'orrore del nazifascismo e la follia dei gulag, l'uomo avesse imparato per sempre l'intoccabilita' della persona umana. Ma cosi' non fu. Gia' nelle ore successive alla caduta del muro e del sistema sovietico un intellettuale bolognese di fede liberale come Angelo Panebianco ebbe a dichiarare che 'ora sono di nuovo possibili guerre in Europa'". (Adnkronos) - Nel ripercorrere le tappe storiche dell'evento e ammettendo che "a volte il paradosso che si viene a creare dopo la fine delle dittature e' la nostalgia di alcune persone che vedevano nella mancanza di liberta', delle certezze nella loro vita sociale come la sicurezza di un lavoro e di una casa", Cevenini si e' rivolto in particolare alle nuove generazioni. "Penso ai ragazzi che oggi hanno vent'anni e che e' giusto che studino in modo approfondito queste pagine di storia moderna" ha detto, infatti, il presidente del consiglio comunale, chiedendosi pero' "ma che mondo hanno vissuto dopo la caduta del muro?" e riferendosi ai numerosi conflitti che sono continuati nel corso degli ultimi 20 anni.

"Abbattere un simbolo cosi' truce come il muro berlinese non ci ha impedito di ricadere negli stessi errori che avevano generato quel mostro di cemento armato e fili spinati" ha ammesso Cevenini convinto che "di strada da fare, possibilmente tutti insieme, ce ne e' ancora tanta. Vuol dire - ha concluso il presidente - che oggi come ieri dobbiamo lavorare per costruire una casa comune europea i cui pilastri siano la liberta', la democrazia e la giustizia sociale".

(Mcb/Pn/Adnkronos) 09-NOV-09 17:36 IL TESTO INTEGRALE

Il muro di Berlino 1989-2009

Signor Sindaco, consiglieri, membri della Giunta,

nel tardo pomeriggio del 9 di novembre 1989 un vasto movimento popolare spinse le autorità della Repubblica Democratica Tedesca a riaprire dopo quasi 30 anni i varchi tra le due parti di Berlino. Come sintetizzarono il giorno dopo tutti i giornali europei: era caduto il muro di Berlino.

A far breccia in quella lugubre colata di cemento non erano stati né dei carri armati, né le guerre stellari. A far cadere il muro sarebbero stati un grande moto popolare, la ricerca della libertà da parte dei cittadini della parte est della città.

Si avviò, così, quel processo che, tra ritardi diffidenze da parte di tutte le diplomazie occidentali, in meno di un anno, il 3 ottobre 1990, riunificò non solo Berlino ma l’intera Germania.

Una rivoluzione rapida, senza spargimento di sangue che non sarebbe stata possibile se la dirigenza sovietica incarnata da M. S. Gorbaciov non avesse guardato il mondo con occhi nuovi.

Nelle ore in cui, da Mitterand a Bush senior, da Andreotti a Margaret Teatcher, le cancellerie occidentali chiedevano a Mosca prudenza, Gorbaciov, forse più conscio di altri della consunzione interna del gigante sovietico, non metteva mano ai carri armati per congelare l’Europa di Yalta come, invece, avevano fatto i suoi predecessori in Ungheria e Cecoslovacchia, ma accettava la sfida della libertà.

Se ognuno di noi sapesse rinunciare a posizioni preconcette e a sospetti reciproci sarebbe naturale che un consiglio comunale potesse ricordare in modo unitario una pagina tra le più belle e importanti della storia europea.

Ma i tempi della propaganda politica sono più lunghi di quelli della storia. Dunque ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma credo che ci arriveremo come è avvenuto per la giornata della memoria e del ricordo che da anni prepariamo in modo unitario e senza particolari tensioni.

L’indimenticabile ’89 avviò un effetto domino che, in Italia più che altrove, fece sì che nel giro di pochi anni nulla fossa stato più come prima. Vanno in questa direzione le sollecitazioni fatte nei giorni scorsi dal professor Paolo Pombeni che ci invitano a riflettere su quanto ha inciso quella vicenda sulle sorti del nostro paese e della nostra regione collegando con un filo di storia la caduta del Muro e le successive svolte politiche, prima di tutto quella della Bolognina.

Si trattò di eventi che caratterizzarono gli anni successivi e che verranno ricordati nei prossimi giorni.

Il 1989 ha rappresentato per il mondo, con la caduta dell’impero sovietico, con la crisi progressiva del cosiddetto socialismo reale, tanto lontano dal liberatorio precetto marxiano "ad ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo i suoi bisogni", un momento importante per la democrazia; moltissimi cittadini hanno potuto assaporare il piacere della libertà d’espressione, di ricerca, di movimento.

Ma allo stesso tempo il rapido precipitare degli eventi ha impedito quella transizione dolce auspicata da Mitterand, Gorbaciov e Andreotti, e ha costretto milioni di persone a fare i conti la durezza del mercato, con la fine di certezze acquisite.

A volte il paradosso che si viene a creare dopo la fine delle dittature è la nostalgia di alcune persone che vedevano nella mancanza di libertà, delle certezze nella loro vita sociale come la sicurezza di un lavoro e di una casa.

La caduta del Muro di Berlino ha cambiato il destino del mondo.

Da un verso il crollo del Muro segnò il ritorno delle libertà liberali in tutta Europa.

Dall'altra il superamento dell’equilibrio bipolare ha visto in tempi rapidissimi il risorgere dei nazionalismi, la ricerca di un nuovo ordine mondiale e la globalizzazione.

Un’Europa senza più certezza ha trascinato con sé l’intero pianeta in quello che, negli ultimi mesi di vita, Giovanni Spadolinì definì <Il disordine mondiale>.

La Guerra Fredda aveva congelato le antiche tensioni etniche e religiose che pure erano state alla base dei due conflitti mondiali di inizio XX secolo. Una lunga ibernazione che ci aveva convinto tutti che quelle divisioni così foriere di violenze, fossero davvero archiviate per sempre. Che dopo l’orrore del nazifascismo e la follia dei gulag, l’uomo avesse imparato per sempre l’intoccabilità della persona umana.

Ma così non fu. Già nelle ore successive alla caduta del Muro e del sistema sovietico un intellettuale bolognese di fede liberale come Angelo Panebianco ebbe a dichiarare che <ora sono di nuovo possibili guerre in Europa>.

E solo qualche mese più tardi don Giuseppe Dossetti sentenziò quella che poi è diventata una triste verità: <Ora – disse il monaco di Monte Sole – tutte le tensioni che nel ’900 si erano scaricate sulle ideologie ora diventeranno motivo di tensione tra le religioni>.

Penso ai ragazzi che oggi hanno vent’anni e che è giusto che studino in modo approfondito queste pagine di storia moderna. Ma che mondo hanno vissuto dopo la caduta del muro?

Sappiamo bene che due anni dopo la caduta del muro è avvenuto un episodio di guerra mondiale con la vicenda del Kuwait, a distanza di poco è esplosa la polveriera Jugoslava, senza dimenticare i conflitti, più o meno gravi, in tutte le repubbliche ex sovietiche e i continui focolai di guerra in Asia e in Africa.

Poi è arrivata la tragedia dell’11 settembre, il fanatismo islamico, la guerra preventiva, le ragazze di Gaza che si fanno esplodere come bombe umane, purtroppo la lunga fila di bare dei soldati che tornano nei loro paesi, compresa l’Italia, dopo aver perso la vita nelle missioni all’estero.

E così la profezia di Dossetti divenne tragicamente realtà.

Vuol forse dire che dobbiamo rimpiangere quello che fu il muro della vergogna? Che i cecchini di Honeker erano dei benefattori dell’umanità?

No. Vuol dire che la storia va avanti: che nuove tragedie hanno preso il posto delle vecchie. E che il nostro dovere verso i nostri figli non è finito: abbattere un simbolo così truce come il muro berlinese non ci ha impedito di ricadere negli stessi errori che avevano generato quel mostro di cemento armato e fili spinati.

Vuol dire che di strada da fare, possibilmente tutti insieme, ce ne è ancora tanta. Vuol dire che oggi come ieri dobbiamo lavorare per costruire una casa comune europea i cui pilastri siano la libertà, la democrazia e la giustizia sociale.

Fu il sogno di Brandt, di Gorbaciov, di Mitterand e di Kohl. È la nostra speranza per il domani.

Solo così potremo dire che i 78 tedeschi assassinati dai cecchini della Ddr perché volevano fuggire "in Occidente" non sono morti invano. Solo così potremo rendere davvero omaggio ai tanti che in questi vent’anni hanno perso la vita a causa della follia delle guerre etniche e del terrorismo religioso.

Bologna, 9 novembre 2009 Maurizio Cevenini

 

 

 

 
 
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