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Dopo sessant'anni, ricostruita l'identità di un partigiano. L'amico Antonio Sciolino ha contribuito in modo determinato a questo lavoro di ricerca storica di alto valore morale.
Nell'Ossario dei Partigiani della Certosa di Bologna sono ricordati 554 caduti nella Lotta di Liberazione. Ma sul loculo numero 52 compariva solo il cognome “Bruno” e per lungo tempo non si è saputo di chi si trattasse. Oggi, grazie alle ricerche effettuate dall'ANPI e dal Comune di Bologna siamo in grado di affermare che si tratta di Michele Bruno un partigiano la cui immagine fotografica è presente nel Sacrario di Piazza Nettuno. In particolare, dagli archivi dell'ANPI e dai dati cimiteriali, si è potuto ricostruire la storia di questo patriota. Nato a Trapani il 15 marzo 1926, Michele Bruno nel 1943 studiava a Bologna e in questo ambiente maturò la decisione di aderire alla lotta contro i nazifascisti arruolandosi tra i partigiani della Brigata Modena della Divisione “Armando”. A seguito di uno scontro con i tedeschi, il 14 luglio 1944 cadde in combattimento nei pressi di Sestola. Solo dopo un anno i suoi resti furono traslati a Bologna, il 31 dicembre 1945, senza un riconoscimento preciso. Sempre nell'ambito della ricerca di elementi di conoscenza sul passato di questo partigiano, è stata effettuata una approfondita indagine telefonica alla “caccia” del cognome Bruno e sono stati rintracciati i suoi parenti diretti che oggi risiedono a Ostra in provincia di Ancona. Il 21 aprile alle ore 10.30 presso l'Ossario dei Partigiani della Certosa si è tenuta una cerimonia alla presenza dell'assessore del Comune di Bologna Maria Cristina Santandrea, del Presidente dell’ANPI William Michelini e di varie autorità, nel corso della quale è stato scoperto simbolicamente il loculo con il nome completo del caduto e deposta una corona alla sua memoria.
Antonio Sciolino
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