Maurizio Cevenini - Sinistra arcobaleno attacca Cevenini
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  Comunicati: Sinistra arcobaleno attacca Cevenini
Postato il Mercoledì, 27 febbraio alle 19:45:39 di
 
 
  Comunicati (DIRE) Bologna, 27 feb. - Non si ricuce la spaccatura dell'Unione a Palazzo Malvezzi dopo l'infuocato epilogo del Consiglio provinciale di ieri. Al centro delle polemiche resta il presidente dell'assemblea, Maurizio Cevenini, che ha messo ai voti la chiusura dei lavori prima che venisse discusso l'ordine del giorno sul patrocinio provinciale al premio Marco Biagi e quello di solidarieta' al sindaco di San Lazzaro, Marco Macciantelli, per le minacce all'amministrazione comunale.

Favorevole solo il Pd, che pero' "a maggioranza" ha chiuso il
consiglio tra le proteste del centrodestra e della Sinistra
Arcobaleno. Ieri sera, con i fischi e i "vergogna" ancora
nell'aria, era stato Lorenzo Grandi (Prc) a lanciare l'affondo:
"Non mi sento tutelato dal presidente del Consiglio"; "e' il
presidente del Pd, e dovrebbe dimettersi domani mattina". Oggi, a
freddo, sono tutti i gruppi della Sinistra Arcobaleno a
confermare la sfiducia nei confronti di Cevenini, pur senza
parlare di dimissioni.
   Cevenini, si legge in una nota congiunta di Prc, Pdci, Verdi e
Sd, ha proceduto alla votazione "nonostante la contrarieta' di
tutti gli altri gruppi consiliari, senza valutare le conseguenze
sul piano politico di tale valutazione". Facendo cio', il
presidente e' venuto meno "al suo ruolo di garante super partes
della volonta' prevalente ed unitaria dell'intero Consiglio",
accusa duramente la Sinistra Arcobaleno.
  (Pam/ Dire)
18:45 27-02-08

(ER) PROVINCIA BOLOGNA. CEVENINI: NON HO FAVORITO NESSUNO

REGOLAMENTO ALLA MANO, SPIEGA CHE IL VOTO DI IERI ERA D'OBBLIGO

(DIRE) Bologna, 27 feb. - "Non ho favorito nessuno e non credo ci
siano le condizioni per le mie dimissioni". E nel caso c'e'
sempre lo strumento della sfiducia. Maurizio Cevenini, presidente
del Consiglio provinciale di Bologna, respinge con fermezza le
accuse rivoltegli dalla Sinistra Arcobaleno a Palazzo Malvezzi.
"Credevo di aver chiarito nella conferenza dei capigruppo di stamattina- commenta Cevenini- cosa e' avvenuto, pur nella concitazione di ieri, sul piano formale". E spiega, "regolamento alla mano", perche' e' sicuro delle sue azioni: "Il presidente del consiglio, constatata la mancanza di unanimita' al momento di decidere la chiusura dei lavori, deve far votare, e' un obbligo".
Cevenini, inoltre, ricorda che la convocazione del Consiglio e' stata anticipata da circa un anno alle 15 (con chiusura indicativamente alle 19) "su richiesta delle consigliere, che hanno posto il tema dei tempi della politica". La durata media delle sedute provinciali, aggiunge Cevenini, e' tra le due e le due ore e mezza. "Negli ultimi tempi e' di tre o quattro ore, e cio' e' positivo perche' significa che c'e' ampio dibattito". Ieri sera il capogruppo di Forza Italia, Luca Finotti, aveva annunciato che oggi avrebbe proposto di eliminare il limite orario per la chiusura. Ma nella conferenza dei capigruppo, riporta il presidente, gli attuali orari sono stati confermati, "anche sulla falsa riga di altri consigli". Contrari i gruppi di Alleanza Nazionale, Forza Italia e Rifondazione Comunista. Oltre al Partito Democratico, pero', sono concordi il vicepresidente Giuseppe Sabbioni (Fi) e Sinistra Democratica. Resta quindi il limite delle 19, "fatta salva la valutazione politica- precisa Cevenini- di proseguire i lavori", ed eventualmente il ricorso alla votazione.(SEGUE) (Pam/ Dire) 19:28 27-02-08
DIRE) Bologna, 27 feb. - Tornando all'episodio di ieri, Cevenini
difende la propria scelta: "Sono un politico, e non e' che non
capisco l'opportunita' politica". Ieri poteva esserci quelle di
proseguire il Consiglio, dichiara, "ma dissento totalmente sul
fatto che non sono garante". Quando c'e' da prendere decisioni a
maggioranza, continua, "puo' capitare che maggioranza sia anche
un solo gruppo, ma non per questo io non sono garante". Cevenini
pensava che "la discussione di questa mattina avesse abbassato i
toni". E invece non solo e' arrivata la nota della Sinistra
Arcobaleno, ma Grandi non ha neanche ritirato la richiesta di
dimissioni. "Sul piano personale non ho favorito nessuno-
ribadisce il presidente- e non credo ci siano le condizioni per
le mie dimissioni". Comunque, manda a dire a chi lo contesta,
"sono previste forme per chiedere la sfiducia".
   Ma per il futuro Cevenini appare tranquillo. "Ricordo di aver
presieduto Consigli comunali assolutamente piu' tempestosi",
chiosa, confidando che a Palazzo Malvezzi "non dovrebbe
ricapitare la bagarre di ieri". E si augura: "Vorrei che si
continuasse, nonostante le 'mareggiate' della campagna
elettorale, a fare la nostra attivita' amministrativa".



 
 
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