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(DIRE) Bologna, 27 feb. - Non si ricuce la spaccatura dell'Unione
a Palazzo Malvezzi dopo l'infuocato epilogo del Consiglio
provinciale di ieri. Al centro delle polemiche resta il
presidente dell'assemblea, Maurizio Cevenini, che ha messo ai
voti la chiusura dei lavori prima che venisse discusso l'ordine
del giorno sul patrocinio provinciale al premio Marco Biagi e
quello di solidarieta' al sindaco di San Lazzaro, Marco
Macciantelli, per le minacce all'amministrazione comunale.
Favorevole solo il Pd, che pero' "a maggioranza" ha chiuso il consiglio tra le proteste del centrodestra e della Sinistra Arcobaleno. Ieri sera, con i fischi e i "vergogna" ancora nell'aria, era stato Lorenzo Grandi (Prc) a lanciare l'affondo: "Non mi sento tutelato dal presidente del Consiglio"; "e' il presidente del Pd, e dovrebbe dimettersi domani mattina". Oggi, a freddo, sono tutti i gruppi della Sinistra Arcobaleno a confermare la sfiducia nei confronti di Cevenini, pur senza parlare di dimissioni. Cevenini, si legge in una nota congiunta di Prc, Pdci, Verdi e Sd, ha proceduto alla votazione "nonostante la contrarieta' di tutti gli altri gruppi consiliari, senza valutare le conseguenze sul piano politico di tale valutazione". Facendo cio', il presidente e' venuto meno "al suo ruolo di garante super partes della volonta' prevalente ed unitaria dell'intero Consiglio", accusa duramente la Sinistra Arcobaleno. (Pam/ Dire) 18:45 27-02-08
(ER) PROVINCIA BOLOGNA. CEVENINI: NON HO FAVORITO NESSUNO |
REGOLAMENTO ALLA MANO, SPIEGA CHE IL VOTO DI IERI ERA D'OBBLIGO
(DIRE) Bologna, 27 feb. - "Non ho favorito nessuno e non credo ci
siano le condizioni per le mie dimissioni". E nel caso c'e'
sempre lo strumento della sfiducia. Maurizio Cevenini, presidente
del Consiglio provinciale di Bologna, respinge con fermezza le
accuse rivoltegli dalla Sinistra Arcobaleno a Palazzo Malvezzi.
"Credevo di aver chiarito nella conferenza dei capigruppo di
stamattina- commenta Cevenini- cosa e' avvenuto, pur nella
concitazione di ieri, sul piano formale". E spiega, "regolamento
alla mano", perche' e' sicuro delle sue azioni: "Il presidente
del consiglio, constatata la mancanza di unanimita' al momento di
decidere la chiusura dei lavori, deve far votare, e' un obbligo".
Cevenini, inoltre, ricorda che la convocazione del Consiglio e'
stata anticipata da circa un anno alle 15 (con chiusura
indicativamente alle 19) "su richiesta delle consigliere, che
hanno posto il tema dei tempi della politica". La durata media
delle sedute provinciali, aggiunge Cevenini, e' tra le due e le
due ore e mezza. "Negli ultimi tempi e' di tre o quattro ore, e
cio' e' positivo perche' significa che c'e' ampio dibattito".
Ieri sera il capogruppo di Forza Italia, Luca Finotti, aveva
annunciato che oggi avrebbe proposto di eliminare il limite
orario per la chiusura. Ma nella conferenza dei capigruppo,
riporta il presidente, gli attuali orari sono stati confermati,
"anche sulla falsa riga di altri consigli". Contrari i gruppi di
Alleanza Nazionale, Forza Italia e Rifondazione Comunista. Oltre
al Partito Democratico, pero', sono concordi il vicepresidente
Giuseppe Sabbioni (Fi) e Sinistra Democratica. Resta quindi il
limite delle 19, "fatta salva la valutazione politica- precisa
Cevenini- di proseguire i lavori", ed eventualmente il ricorso
alla votazione.(SEGUE)
(Pam/ Dire)
19:28 27-02-08
| DIRE) Bologna, 27 feb. - Tornando all'episodio di ieri, Cevenini difende la propria scelta: "Sono un politico, e non e' che non capisco l'opportunita' politica". Ieri poteva esserci quelle di proseguire il Consiglio, dichiara, "ma dissento totalmente sul fatto che non sono garante". Quando c'e' da prendere decisioni a maggioranza, continua, "puo' capitare che maggioranza sia anche un solo gruppo, ma non per questo io non sono garante". Cevenini pensava che "la discussione di questa mattina avesse abbassato i toni". E invece non solo e' arrivata la nota della Sinistra Arcobaleno, ma Grandi non ha neanche ritirato la richiesta di dimissioni. "Sul piano personale non ho favorito nessuno- ribadisce il presidente- e non credo ci siano le condizioni per le mie dimissioni". Comunque, manda a dire a chi lo contesta, "sono previste forme per chiedere la sfiducia". Ma per il futuro Cevenini appare tranquillo. "Ricordo di aver presieduto Consigli comunali assolutamente piu' tempestosi", chiosa, confidando che a Palazzo Malvezzi "non dovrebbe ricapitare la bagarre di ieri". E si augura: "Vorrei che si continuasse, nonostante le 'mareggiate' della campagna elettorale, a fare la nostra attivita' amministrativa".
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