Maurizio Cevenini - Ciriaco, Clemente, Giacinto e le primarie
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  Tribuna: Ciriaco, Clemente, Giacinto e le primarie
Postato il Lunedì, 25 febbraio alle 15:01:02 di
 
 
  Tribuna Ultimi dettagli e poi i giochi preliminari finiranno con o senza apparentamenti tra i partiti vecchi e nuovi. Chi ha detto che la volontà politica può superare anche i limiti di una legge elettorale demenziale ha avuto ragione perché, anche se non si dovesse avere una maggioranza netta, una semplificazione c’è stata.

E’ nato il PD ed è bastata la dichiarazione di “solitudine” di Veltroni per mettere in gioco tutto; Berlusconi è stato costretto a raggiungere un rapido con almeno uno dei due delfini nonostante le offese delle settimane precedenti costruendo di fatto l’altro polo che dovrà contendere il premio di maggioranza determinante per governare. Tra le due scelte principali si stanno muovendo, con qualche contraddizione, il grande centro, una destra e una sinistra estrema. Ho compreso l’accordo, in forme diverse con Di Pietro e i radicali, ma se avessi dovuto decidere io, avrei scelto la purezza assoluta del PD solitario mettendo ancora più in evidenza l’affanno dello schieramento opposto che ha fatto una ammucchiata elettorale consapevole che il giorno dopo le lezioni si divideranno anche in caso di vittoria. Ma prima di buttarmi, nelle prossime settimane, nel vivo della campagna elettorale vorrei guardare agli ultimi fatti legati ai seggi elettorali. Faccio politica da trent’anni ho avuto incarichi di buon livello condividendoli con la mia esperienza lavorativa. Nel ’99 ho fatto un pensiero, partecipando alle prime primarie della storia italiana, alla carica più importante nella città di Bologna… come è andata l’ho scritto più volte in queste pagine. Dopo la sconfitta avrei voluto essere nella squadra che accompagnò la  vittoria di Cofferati cinque anni dopo, venni bloccato da una regola, quella dei due mandati, che i DS di Bologna applicarono con rigore totale. Duemila cittadini avevano firmato una richiesta di deroga ma io stesso volli che da quel momento i due mandati fossero rispettati da tutti e se vogliamo il mio esempio fu utilizzato per comune provincia e regione. Oggi lo statuto del rinnovamento del PD ha portato a tre i mandati nelle assemblee elettive, ne prendo atto ma con qualche rammarico osservo che tanti che hanno occupato scranni in Parlamento per decenni non vogliono mollare. Ci sono poi i casi limite di Ciriaco De Mita, quarantaquattro anni  in Parlamento e Giacinto Pannella che lanciano minacce che fanno quasi guardare con simpatia a Mastella cacciato finalmente da tutti. Un’ultima parola sulle primarie: averle fatte vere, fatto salvo un pacchetto di scelte fiduciarie del candidato Presidente, avrebbero fatto uscire in ogni città coloro che hanno un consenso vero in mezzo ai cittadini, pazienza sarà per la prossima volta…

 

Bologna 24 febbraio 2008                                     Maurizio Cevenini

 
 
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